Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana querela Il Pezzo
Il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno ci ha querelato per gli articoli in cui proviamo a fare il punto su chi prova a controllare Catania. Gli articoli sono Gli intrecci tra Galvagno, il suo pupillo Magni e gli eredi dei cavalieri del lavoro. Il centro sportivo Ulisse, l’affare Capo dei Greci e l’intermediario Medalsy Yaniv ; I tre moschettieri della Catania bene danzano nelle balere cittadine. Lombardo, Galvagno e Notarbartolo si muovono al ritmo di Don Raffae’; Notarbartolo, i collegamenti con Galvagno e gli interessi a Gravina e ad Aci Castello. Il mucchio di rocce reali per cui ci vorrebbero i lavori forzati.
Da un ex componente della commissione antimafia regionale non ci aspettavamo una querela, semmai un incoraggiamento per aver provato a ricostruire i rapporti tra coloro che abbiamo definito gli eredi dei cavalieri del lavoro, Rendo, Costanzo, Mirri e Alessi, la politica e la mafia. A cui abbiamo dedicato un articolo giornale. Da un ex componente della commissione antimafia regionale ci saremmo aspettati un comportamento diverso. Per esempio, comprendendo benissimo che gli articoli possano aver suscitato le ire del presidente, ci saremmo aspettati una richiesta di rettifica. Che, invece, non c'è mai stata.
Comprendiamo che aver fatto dimettere Valentina Lombardo, assessora parente di mafiosi a Mascalucia che era, e forse lo è ancora, vicino al presidente sia stato un brutto colpo. Comprendiamo pure che aver vinto una querela contro un'altra parente di mafiosi, Domenica Spartà, consigliera comunale a sostegno del sindaco di Gravina Massimiliano Giammusso, dai rumor sempre più vicino alla corrente Galvagno, possa aver creato qualche difficoltà alla sua compagine.
Ci aspettavamo però quantomeno una richiesta di rettifica, prima di procedere a querela. Un comportamento che ben si conforma alle dinamiche tra il potere politico e l'informazione. Forse, però, il presidente non è abituato ad articoli di giornale su di lui. Quindi non sa come ci si comporta. In ogni caso e al di là di possibili critiche che ci sentiamo di muovere nei confronti del suo atteggiamento, a nostro dire non proprio consono, accettiamo di buon grado la querela, disposti a difenderci e a dimostare quanto abbiamo scritto.