Il Pezzo Etneo

Gravina, Massimiliano Giammusso sindaco e il caso Domenica Spartà
Così un’autonomista parente di mafiosi è diventata consigliere con FdI
Gabriele patti,  20 Giugno 2023
Le sorelle della neoconsigliera sono state condannate per associazione mafiosa, estorsione e tentata rapina. Tutte e tre sono figlie di chi in città è meglio conosciuto con l'appellativo di Zio Nino. «Non voglio sapere niente, se mi interessa vi contatterò io più in là», replica Spartà a Il Pezzo Etneo

Così Massimiliano Giammusso con oltre novemila preferenze (73 per cento dei voti) è di nuovo sindaco di Gravina di Catania. Lascia ai nastri di partenza il rivale ed ex vicesindaco Condorelli che non ottiene la fascia tricolore ed è costretto ad accontentarsi di un seggio in consiglio comunale. In una campagna elettorale tra finti e veri endorsement con una donna dell'Mpa finita nelle liste di Fratelli d'Italia, poi eletta in Consiglio comunale. Domenica Spartà doveva diventare consigliera. Era questo l'ordine in casa Mpa e tra le vie del quartiere di Fasano, a Gravina di Catania. Non importa come, doveva entrare in senato cittadino. Fosse solo il riscatto della candidatura non andata in porto nel 2018. Così doveva essere e così è stato. In quel Comune in cui poco prima della corsa alle urne è scoppiato il caso, tutto interno a Fratelli d'Italia, per la presentazione del simbolo con la dicitura Fratelli di Gravina al posto di Fratelli d'Italia. Un escamotage per legittimare l'alleanza con il Partito democratico dell'ex presidente del Consiglio e attuale vicesindaco Claudio Nicolosi.

Figlia di Nino Spartà, meglio noto come u Zu Ninu, Domenica alle elezioni regionali ha sostenuto Giuseppe Lombardo, attuale deputato regionale in quota Mpa. Alle ultime amministrative, però, ha conquistato la poltrona da consigliera superando le 300 preferenze nella lista Fratelli di Gravina, l'evoluzione di Rinnova Gravina, espressione dell'assessore Enzo Santoro e dell'ex consigliere comunale e assessore uscente Francesco Ferlito. Mentre quest'ultimo sin da subito avrebbe mostrato qualche perplessità, per Santoro, Spartà andava più che bene: anche se era di un altro partito, anche a costo di perdere un consigliere comunale per regalarlo agli autonomisti. Del caso Spartà a Gravina se ne parla. Pure troppo. Si parla di strategia politica, di tiri mancini, di politici in cerca di vendetta e di un accordo: un posto in lista da riempire e un seggio da togliere. Una ghiotta occasione per gli autonomisti, a sostegno della candidatura dell'ex vicesindaco Rosario Condorelli che, per guadagnare un altro posto in Consiglio, hanno piazzato Spartà nella compagine opposta.

La famiglia Spartà

Ecco come Spartà sarebbe riuscita a conquistare un posto a palazzo comunale. Le sorelle, ma solo da parte di padre, Rita e Francesca Spartà sono state arrestate a ottobre 2020, per poi essere condannate in primo grado per estorsione e rapina aggravate dal metodo mafioso. La prima è stata condannata per associazione mafiosa ed estorsione perpetrata in concorso. Oltre alla condanna per estorsione e associazione mafiosa, la sorella Francesca invece è stata condannata anche per tentata rapina. Una sentenza a cui è seguito il ricorso in appello che è ancora in corso. Le indagini, partite dalla segnalazione di una vittima, hanno dimostrato le richieste estorsive da parte del clan operante nel rione popolare di San Giovanni Galermo, a Catania, nei confronti di due imprenditori, padre e figlio, proprietari di una nota catena di supermercati. Per la procura le due avrebbero agito in sostituzione dei mariti Salvatore Guerrieri e Salvatore Basile dopo il blitz che li ha condotti dietro le sbarre. Tutti sarebbero esponenti del gruppo di San Giovanni Galermo e del clan Assinnata di Paternò, appartenenti alla famiglia di Cosa nostra catanese Santapaola-Ercolano. «Non mi risulta», commenta laconico il sindaco Giammusso.

Secondo gli inquirenti, dopo una pausa forzata delle attività estorsive durante il lockdown, Francesca Spartà si sarebbe recata in un punto vendita per chiedere alla vittima di riprendere subito il versamento degli arretrati, avvisando il titolare dell'esercizio commerciale che da quel momento non era più protetto da rapine e danneggiamenti. Il giorno successivo lo stesso supermercato avrebbe subito una rapina da parte di tre uomini con il volto coperto e armati di pistola. Domenica, invece, dopo aver provato a conquistare un posto a palazzo comunale - ma senza successo - nel 2018 tra le file di Insieme per Gravina, lista a sostegno dell'autonomista Santi Porto, in questa tornata è riuscita a diventare consigliera comunale. «Non voglio sapere niente, se mi interessa vi contatterò io più in là», dice la neo consigliera contattata al telefono da questo giornale. E la domanda resta una: come ha fatto l'autonomista Spartà a diventare consigliera comunale con Fratelli d'Italia? Sul punto dall'assessore Santoro, capolista di Fratelli di Gravina, non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

Il quartier generale di Spartà

A Fasano sono due i candidati che hanno ottenuto più voti: Carmelo Inveninato e, appunto, Domenica Spartà. Circostanza, questa, che tra i corridoi di palazzo comunale farebbe propendere per un'operazione elettorale ai danni dell'ex consigliere comunale Francesco Ferlito, stavolta rimasto ai box. Fasano, infatti, è il quartiere in cui solo Spartà ha preso 240 voti su un totale di 303, pari a circa il 73 per cento delle preferenze ottenute. Un calcolo, questo, che deriva dalla somma delle preferenze nelle sezioni che vanno dalla 17 alla 25. Proprio quelle in cui Nino Spartà è conosciuto con l'appellativo di zio Nino.

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