Il centro sportivo Ulisse, l’affare Capo dei Greci e l’intermediario Medalsy Yaniv
Un centro sportivo e una discoteca resort. Sono due degli affari in cui si innestano gli interessi di parte della politica di centrodestra e degli eredi dei cavalieri del lavoro. I politici sono il consigliere comunale Giovanni Magni e il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno*. Gli eredi dei cavalieri del lavoro sono invece il patron di Rem Andrea Domenico Rendo e la famiglia Virlinzi, i cui affari adesso sono guidati da uno dei figli del cavaliere del lavoro Francesco, Oreste Virlinzi. I politici sono soci al 18 per cento ciascuno dell'Usc-Centro sportivo polifunzionale Ulisse realizzato a febbraio 2022 proprio accanto al Centro Ulisse, in circonvallazione. Dai documenti in nostro possesso la sede legale della società a responsabilità limitata risulta però al civico 39 di viale Artale Alagona, al Lungomare di Ognina.
Lo stesso indirizzo in cui hanno sede, e in alcuni casi, avevano, diverse aziende in cui partecipa o ha partecipato anche il cavaliere senza volto (di lui non si trova nemmeno un'immagine online, ndr) dell'ordine di Malta Rendo, nipote del cavaliere del lavoro Mario. Circostanze che dovrebbero bastare per affermare la vicinanza di due degli esponenti più rinomati di Fratelli d'Italia agli eredi dei cavalieri del lavoro.
Un rapporto tra politica, imprenditoria e mafia che continua ad avvilire la città perorando le cause di quel potere che con arroganza e prepotenza pensa di poter agire indisurbato. E, Galvagno e Magni, con i potenti dell'apocalisse non mafiosa, intessono una fitta trama di relazioni economiche e di discendenza familiare e non. Si parla di soldi e di affari. Non è un caso che chi si appresta a sostituire Lombardo nella gestione politica del territorio, sia in stretto contatto con chi il territorio lo controlla da sempre. Non è un caso che in quest'isola non si muova foglia se a deciderlo non sono Lombardo, Ciancio e gli eredi dei cavalieri del lavoro.
Ma quali sono le aziende di Rendo registrate allo stesso indirizzo di Usc? C'è la Golden Invest, la società coinvolta nell'operazione labirinto del 2015 con la quale Rendo avrebbe amministrato il traffico di soldi derivanti dagli introiti da gioco d'azzardo delle due sale bingo, un tempo nella sua disponibilità: Caronda e Alcalà. Ma c'è anche Dedalus spa, società informatica che si occupa della digitalizzazione dei sistemi sanitari pubblici e privati. Non ultimo, quello della Regione Puglia. Dedalo, nella mitologia greca, è il costruttore del labirinto di Creta. Labirinto nei cui meandri sono finti anche il figlio del boss deceduto in carcere Angelo Magni, Giovanni e Galvagno.
Gli interessi del duo non si limitano alle attività sportive, ma una grande fetta dei loro introiti deriva anche dalla gestione di serate in discoteca. Nel mire del golden boy e del suo pupillo ci sono da sempre il Ma e il Capo dei Greci. Quest'ultima attività era di proprietà di Albazzurra Hotel & Resort srl fino al 2018, anno in cui l'azienda rappresentata dall'avvocato Giuseppe Biondi di Biancavilla è stata dichiarata fallita con un debito di circa 55 milioni di euro e il complesso aziendale messo all'asta dal tribunale di Messina.
Albazzurra, società con sede legale al civico 421 di via Nazionale a Sant'Alessio Siculo dove si trova anche l'edificio, fino al 2012 nel collegio sindacale contava la presenza di Patrizia Amenta, sorella del sindaco di Canicattì Paolo, in quota con Galvagno. Dal 2015 al 2017 invece ha ricoperto lo stesso ruolo Francesco Cantale, commercialista e revisore dei conti che esercita la sua professione nello studio associato Siciliano. Lo stesso per cui ha prestato la propria opera professionale Niccolò Notarbartolo.
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Dopo il fallimento della ditta, che non è comunque riuscita a soddisfare i creditori, è avvenuta la cessione. È notizia di qualche giorno fa l'aggiudicarzione dell'immobile e delle sue pertinenze per un valore di 12 milioni e mezzo di euro alla Rocca Scala srl, la società dal capitale sociale di diecimila euro costituita a settembre dello stesso anno, un mese prima della scadenza della presentazione delle offerte per l'acquisto del bene.
«La mia gestione si conclude con la vendita - aveva dichiarato il curatore nominato dal tribunale Angelo Vitarelli a SikilyNews -, pagherò in parte le banche e la prededuzione del fallimento che hanno precedenza secondo la legge, anche il Comune di Sant'Alessio otterrà somme rilevanti per i crediti dei tributi locali, purtroppo però non riceveranno soddisfazione lavoratori e fornitori perché non ci sarà spazio. Abbiamo effettuato anche lavori di sistemazione per rilanciare il complesso - aveva aggiunto Vitarelli -, l'albergo sarebbe stato in grado di rimanere aperto anche nel 2024 ma l'acquirente ha preferito chiuderlo per ristrutturarlo profondamente».
Ma chi è l'acquirente che ha speso più di 12 milioni e intende spenderne altri per accaparrarsi la gestione del sito alberghiero? Yaniv Medelsy, 42enne israeliano, manager e responsabile delle attività operative di Omnam Italy srl, azienda che detiene l'1 per cento delle quote di Rocca Scala. La società titolare al 99 per cento è, invece, la Rosey Holdings Ltd, con sede a Cipro. Proprio Medalsy è amministratiore unico della società acquirente. Che si occupa di operazioni immobiliari e costruzioni e della gestione di alberghi nonché dell'assunzione, mediante acquisto o sottoscrizione, di partecipazioni in società di capitali. Sarebbe meglio dire si occuperà, dal momento che si tratta di una società appena costituita. Madalsy da sempre si muove tra la realizzazione e la compravendita di hotel, e può essere definito il project manager al servizio delle grandi imprese di costruzione.
Un esempio si ha se si guarda all'albergo W Rome di via Liguria, a Roma, inaugurato ad aprile 2022 che marca il debutto in Italia della catena W Hotels Worldwide di Marriott Bonvoy. All'inaugurazione, oltre a Madalsy, ha partecipato anche Francesca De Sanctis, figlia di Girolamo De Sanctis e titolare della De Sanctis Costruzioni. La ditta con sede legale in via Genova a Roma coinvolta in passato, insieme alle ditte del cavaliere del lavoro Domenico MImmo Costanzo - Cogip e Tecnis spa - nell'inchiesta incardinata sul reato di corruzione e denominata Dama Nera che ha condotto agli arresti dieci persone, tra le quali anche il patron catanese delle costruzioni Costanzo e la proprietaria della ditta romana.
Da quella inchiesta era emerso che le aziende costituite in associazione temporanea di impresa si sarebbero aggiudicate un appalto di Anas spa, per un importo pari a circa 145 milioni di euro, per la realizzazione della variante di Morbegno, dallo svincolo di Fuentes allo svincolo del Tartano, in Calabria. I titolari delle ditte catanesi - Bosco e Costanzo - avrebbero avuto intenzione di cedere l'appalto a un'altra società con sede a Sondrio. Proprio in questa occasione sarebbe stata documentata la corruzione consistita nella consegna di diverse bustarelle per un totale di 150mila euro. Siamo nel biennio 2014-2015. Dieci anni dopo gli stessi imprenditori fanno affari con Galvagno e Magni, tramite Medalsy, che sembra ricopra il ruolo di intermediario tra i grandi colossi delle costruzioni e la politica.
*Aggiornamento del 4 aprile 2024
Il socio di Magni del centro sportivo non è il presidente dell'Ars ma il cugino che è un suo omonimo. Il presidente è nato nel 1985, mentre il cugino socio è del 1994.