Il Pezzo Etneo

“Domenica Spartà politica parente di mafiosi”. «Nessuna diffamazione dal Pezzo»
Gip archivia la querela della consigliere a Gravina di Catania in quota Giammusso

La consigliere comunale di Gravina Domenica Spartà ci aveva querelato per diffamazione perché, a suo dire, nell'articolo Gravina, Massimiliano Giammusso sindaco e il caso Domenica Spartà. Così un’autonomista parente di mafiosi è diventata consigliere con FdI pubblicato il 20 giugno 2023 «si ledeva la sua reputazione nonché il suo decoro, in quanto veniva etichettata come un politico parente di mafiosi che aveva ottenuto i voti per salire in consiglio solo perché il padre era conosciuto come Zio Nino». Martedì il gip ha messo la parola fine al procedimento e all'opposizione presentata dalla stessa Spartà alla precedente richiesta di archiviazione del pubblico ministero. «Il contenuto dell’articolo - si legge nell'ordinanza con cui il giudice archivia il procedimento - concerneva un'analisi del voto della precedente tornata elettorale nel Comune di Gravina, in cui si è registrato il passaggio di un politico da un partito a un altro con elementi di fatto che potevan...

02 Maggio 24
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La movida e gli interessi di politica e mafia a Catania viaggiano sullo stesso binario. Circostanza che talvolta favorisce i grandi imprenditori ai quali spettano privilegi riservati alla società che conta: la quasi totale esenzione da provvedimenti sanzionatori e trattamenti di favore. Così il legame tra politica, imprenditoria e mafia si riversa nei locali della malamovida. Una rete di contatti che ha finito per agevolare la candidatura a sindaco di Enrico Trantino, tra interessi più di pa...

I tre moschettieri della Catania bene danzano nelle balere cittadine
Lombardo, Galvagno e Notarbartolo si muovono al ritmo di Don Raffae’

L'innominato o innominabile Niccolò Notarbartolo, collante tra Lombardo e il Pd; Raffaele Lombardo: lo chiamavano... Don Raffae'; Gaetano Galvagno, l'erede dell'imperatore e il lato oscuro della Forza: come rimescolare delle carte

31 Marzo 24

Viale Mario Rapisardi, rinvenuta auto rubata
Denunciato 45enne e restituita la vettura

Gli agenti dell’ufficio prevenzione generale e Soccorso pubblico della Questura di Catania, in viale Mario Rapisardi, hanno effettuato il controllo di un’autovettura con a bordo il suo conducente, successivamente identificato quale 45enne pregiudicato catanese. A seguito di accertamenti eseguiti sull’autovettura, gli agenti hanno rilevato che ne era stato denunciato il furto lo scorso 26 gennaio. […]

Ristoranti, discoteche e pub, come i Galvagno boys controllano la movida etnea
Da FdI a Forza Italia con il nipote del Santone Capuana e il suo gruppo Changes

Come si racimolano decine di migliaia di voti per governare Catania e poi La Sicilia? La ricetta ce la spiegano i Galvagno boys: basta un «apostolato politico», la vicinanza agli eredi dei cavalieri del lavoro, quelli che Fava definiva mafiosi, il controllo dei locali più rinomati della città e le amicizie con imprenditori del settore della ristorazione come Edoardo Guarnera, il Flavio Briatore di Catania, comproprietario del Ginger, Alberto Tomaselli del Borgo di Federico e Federico Sanfilippo de La Drogheria. Uno dei locali in cui PierMaria Capuana organizza gli eventi senza emissione di fattura: «Il gruppo Changes è riconducibile alla lista Cambiamento di Forza Italia, ma io non organizzo da quando sono stato nominato assessore a San Giovanni La Punta», è la replica del consigliere comunale

10 Aprile 24

Notarbartolo, i collegamenti con Galvagno e gli interessi a Gravina e ad Aci Castello
Il mucchio di rocce reali per cui ci vorrebbero i lavori forzati

Due sindaci del comprensorio etneo e altrettanti appalti che riempiono le tasche di quel mucchio di rocce reali che dovrebbe essere destinato ai lavori forzati, ma un po’ per servilismo, un po’ per rivendicazione costringono una città a fare il lavoro per loro. Nel frattempo curano i propri interessi. Qualcuno dice che il fatto che […]

02 Aprile 24

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Per un articolo pubblicato il 20 giugno 2023 sul Pezzo Etneo avevamo ricevuto una querela per diffamazione perché, a dire della consigliera, «il contenuto ledeva la sua reputazione e il suo decoro» perché scrivevamo che «aveva ottenuto i voti per salire in consiglio solo perché il padre era conosciuto come Zio Nino». Una questione che il Tribunale di Catania ha deciso di archiviare perché «non viene meno la continenza espressiva nel contenuto dell’articolo utilizzata dal giornalista, che seppur caratterizzata da un certa ironia giornalistica, non trasmoda in alcun modo in frasi dal tenore offensivo o denigratorio, essendo rispettati i limiti della continenza espositiva, dell’interesse pubblico e del diritto di cronaca, atteso che si riferisce a vicende giudiziarie concrete e documentate». Si ringraziano gli avvocati Goffredo D'Antona e Matteo Fiorenza per l'assistenza legale

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