E Abramo non c’era: «Per non attirare l’attenzione su di sé»
«Guarda c'è un canuzzo», dice un bambino al suo papà. «La cosa importante è la pedonalizzazione del centro storico, anche in piazza Stesicoro, è la storia della città», è la richiesta un signore albino, sulla sessantina, con un particolare accento del Nord Europa. Ci sono un microfono, un altoparlante e circa cento persone. Sono veramente pochi quelli in giacca e cravatta: pochi lustrini, poche paillettes. Maurizio Caserta è vestito tutto di nero e qualcuno, nei colloqui informali, gli dà ironicamente del «candidato reverendo». Dispensa strette di mano, sorrisi e parla con tutti il candidato sindaco del fronte progressista al Comune di Catania.
Sono passati dieci anni da quella candidatura non andata a buon fine, quando il docente di Economia ha fondato un suo movimento civico, Lista civica per Catania, ottenendo circa settemila preferenze. Era il 2013. La sfida era tra Enzo Bianco, candidato del centrosinistra e Raffaele Stancanelli, del centrodestra. Erano altri tempi: il Movimento cinque stelle puntava su Lidia Adorno, quando era una semplice attivista degli ormai passati meetup. E Matteo Iannitti era candidato con Catania bene comune. Tra i candidati civici, Caserta è stato il più votato, superando di circa cinquemila voti Iannitti e prendendo il doppio dei voti di Adorno. «In questi dieci anni sono successe tante cose nel mondo, ma non sono cambiato, sono le stesse idee che si sono evolute - dice Caserta a questo giornale -, di una cosa comincio a essere fortemente consapevole: ogni comunità ha la possibilità di incidere senza però arrivare a pensare che tutto sia a carico della cosa pubblica». Con la consapevolezza che non sarà una sfida semplice, Caserta ci riprova. «Vorrei si cogliesse lo spirito, qualcuno diceva che la politica è vanità e carità - continua il docente -, forse non sempre nella stessa proporzione, ma sono consapevole dei miei limiti e anche della mia forza».
È il clima che si respirava ieri in piazza Giambattista Scidà all'incontro, scandito dai toni bassi (molto bassi, al punto da sentirsi più volte redarguito dal pubblico) del docente di Economia alla sua seconda prova alla conquista della poltrona da primo cittadino, in occasione della presentazione della sua candidatura. «Credo molto nella responsabilità istituzionale - prosegue -, dal canto mio posso dare un contributo di spinta e di sollecitazione ai giovani». Tanti i cinque stelle: dai consiglieri comunali Lidia Adorno e Graziano Bonaccorsi, fino ai deputati regionali Nuccio Di Paola e Jose Marano e la coordinatrice Gianina Ciancio. C'era Pierpaolo Montalto di Sinistra italiana, c'era Europa verde e il forum Cataniapuò. Alla conferenza ha presenziato pure il segretario regionale del Partito democratico Anthony Barbagallo e l'ex consigliere comunale Niccolò Notarbartolo, il consigliere della terza municipalità Mirko Giacone, adesso in lizza per una poltrona a Palazzo degli Elefanti, e l'ex deputato alla Camera Giuseppe Berretta.
A non passare inosservate, talvolta sono le assenze più delle presenze. Come quella di Emiliano Abramo. Fino a poche settimane fa candidato, poi la rinuncia, come da comunicato, per «motivi familiari e personali», con la promessa di continuare a supportare il centrosinistra. Successivamente i dubbi sulla vicinanza a Raffaele Lombardo o ai nuovi moderati. Alla presentazione del suo successore, del presidente della comunità siciliana di Sant'Egidio non c'è traccia. «Ho un profondo rispetto della sua posizione - precisa Caserta -, mi ha chiamato dicendomi che forse sarebbe stato meglio non presenziare per non focalizzare l'attenzione sui motivi della sua rinuncia».