Il Pezzo Etneo

Nomine procura etnea, domani il sit-in contro l’ingerenza di La Russa
Fuori la politica dalla magistratura, «Sebastiano Ardita merita quel posto»
Redazione,  20 Maggio 2024
Il presidente del Senato, padrino politico del presidente dell'Ars Gaetano Galvagno, ha manifestato il proprio veto sulla nomina dell'attuale procuratore aggiunto Sebastiano Ardita a procuratore della Repubblica di Catania con i modi di un politico che pare non conoscere il principio di separazione dei poteri. La società civile non ci sta e con le associazioni Agende Rosse e Antimafia e legalità scende in piazza

Un sistema di potere che vuole controllare tutto senza averne le competenze e con la forza dell'intimidazione e dell'arroganza. Anche all'interno della magistratura. Così, dopo il tentativo maldestro di controllare i giornali, il sistema politico incentrato sul controllo totale delle istituzioni e degli oppositori prova a mettere le mani anche sui magistrati. E lo fa con il presidente del Senato Ignazio La Russa, guarda caso il padrino politico di Gaetano Galvagno, che ha posto il veto nella nomina di Sebastiano Ardita a procuratore della Repubblica di Catania. Ruolo che da ottobre 2023 ricopre Carmelo Zuccaro.

In lizza, oltre al procuratore aggiunto Ardita, ci sono il procuratre capo di Potenza Francesco Curcio, i procuratori generali di Reggio Calabria e Lecce, Gerardo Dominijanni e Antonio Maruccia, il procuratori aggiunti Ignazio Fonzo e Francesco Puleio e i procuratori aggiunti di Palermo Marzia Sabella e Paolo Guido. A dare la notizia dell'ingerenza di La Russa sulle dinamiche interne alla magistratura, un interesse che mirerebbe a impedire la nomina di Ardita, è stato il Fatto Quotidiano.

Una ricostruzione alla quale, però, stenta a credere l'ex parlamentare alla Camera Basilio Catanoso, collega di partito di La Russa. «Una persona di destra, cresciuta nel rispetto di legge, ordine e meritocrazia, non potrebbe mai ipotizzare di esercitare pressioni su scelte affidate esclusivamente alla Magistratura - dice Catanoso - Ecco perché le ricostruzioni operate da alcuni organi di stampa mi sembrano inverosimili». Ancor più inverosimile, sostiene, «che queste pressioni possano esercitarle uomini di destra nelle Istituzioni, se pensiamo che proprio la destra lavora con impegno, anche attraverso la riforma della Giustizia, per riparare i guasti operati dalla quella sinistra che per tanti anni, a discapito della meritocrazia, ha occupato ampi settori della Magistratura».

Per questo destra e sinistra legalitarie domani scenderanno in piazza Verga dalle 9 alle 12 allo slogan di Fuori la politica dalla magistratura con magliette e striscioni esposti davanti al tribunale di Catania. «Abbiamo deciso di opporci ancora una volta a questo sistema che vuole comandare anche dove non gliene spetta diritto e competenza perché siamo stanchi delle assoluzioni di soggetti compiacenti e asserviti al sistema», si legge nel comunicato a firma congiunta dell'associazone in ricordo di Paolo Borsellino Agende rosse e associazione Antimafia e Legalità.

Perché «la politica ancora una volta vuole manipolare la magistratura e con l'inerzia si rischia di rimanere succubi e in parte complici di queste inaccettabili modalità non consone e corrette che privano i cittadini dei diritti previsti dalla democrazia, della tutela e della libertà del sistema giudiziario che nulla dovrebbe avere a che fare con la politica e con la magistratura», continua la nota stampa.

Dopo martedì verranno designati i due nomi dei magistrati in corsa a Catania come procuratore, probabilmente alla fine della settimana si riunirà il plenum per la scelta definitiva. «Ardita merita quel posto per una questione di competenza e professionalità che ha dimostrato in tanti anni di carriera nella magistratura», è il commento di un attivista. «Nonostante questo, però, non manifesteremo il nostro sostegno al magistrato perché potrebbe essere paradossalmente strumentalizzato e utilizzato contro di lui, ma la manifestazione avrà come intento quello di gridare con forza che la politica non deve avere nulla a che fare con la magistratura e con dinamiche interne al Csm che, per legge, è un organo indipendente dalla politica e dalla stessa magistratura».

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