La carica di sindaco lo rende incompatibile: adesso decade automaticamente
Che il sindaco Enrico Trantino in questi due anni non abbia svolto un buon lavoro lo dicono in molti. Lo sa la politica, lo sanno i volontari, lo sanno molto bene le associazioni del terzo settore. Lo sanno anche in Consiglio comunale, lo sa la sua maggioranza ormai presente in assise con una certa ritrosia e lo sa l'opposizione, sebbene sparuta, che sta portando avanti battaglie importanti e lavora più della maggioranza. Ciò che si ricorda di buono di Trantino è la distribuzione di bottigliette d'acqua per l'incendio all'aeroporto e la raccolta di spazzatura a Castello Ursino nonché la partecipazione a feste e dj set in piazza Federico di Svevia. O ancora scartabellare tra i rifiuti in cerca di trasgressori alle regole della raccolta differenziata. In questi due anni, al netto del dilettarsi nella stesura di poesie più o meno inventate di cui non conosce l'autore, abbiamo visto anche questo.
I dubbi sull'operato da sindaco, però, si spingono oltre le semplici apparizioni propagandistiche. Al centro delle polemiche c'è l'aumento del servizio di refezione scolastica e il taglio relativo all'assistenza alla comunicazione degli studenti disabili (Asacom).
Servizio Asacom, Mpa: «Reperire risorse necessarie per gli assistenti alla comunicazione degli studenti disabili»
Comunicato stampa
«Un tema, quello degli Asacom, per cui il gruppo consiliare dell'Mpa ha denunciato la mancata individuazione delle risorse per gli assistenti alla comunicazione per gli studenti disabili, che nella finanziaria approvata il 10 gennaio non beneficiano di alcuna risorsa. «Un servizio - spiegano Spoto e Campisi - che rientra pienamente nel diritto allo studio, ed è da considerarsi essenziale per garantire l’inclusione scolastica e il supporto agli studenti che ne hanno diritto».
Il partito, che è comunque nella maggioranza a sostegno di Trantino, ha presentato un emendamento che prevedeva l'inserimento delle somme nella finanziaria comunale ma lo stesso non ha ricevuto il parere contabile favorevole. «Siamo comunque riusciti a ottenere l’approvazione, con voto unanime, di un ordine del giorno che impegna l’amministrazione comunale a reperire le risorse necessarie per garantire la continuità di questo fondamentale servizio.
La piena unanimità con cui l’aula ha approvato l’ordine del giorno testimonia l’attenzione trasversale verso una questione di così alta rilevanza sociale e il forte impegno collettivo a non lasciare indietro alcuna famiglia. Che il servizio Asacom e contestualmente il diritto allo studio possa essere concretamente garantito per tutti e che il nostro Comune possa rispondere pienamente alle legittime esigenze dei cittadini».
E sarebbe bene che almeno questa Trantino la portasse a termine, dal momento che finora non ne ha fatta una giusta.
Di Trantino però non c'è da sottolineare solo comportamenti goliardici e carenze sul piano amministrativo-contabile, perché il suo mandato non è esente da criticità anche sotto il profilo giuridico. Si tratta delle diverse posizioni di conflitto di interesse in cui si trova e che lo rendono incompatibile con la carica di sindaco: dal contemporaneo esercizio della professione forense e pubblica alla impossibilità di ricoprire la carica di primo cittadino e parallelamente quella di componente del consiglio di amministrazione nella fondazione comunale Ursino-Recupero.
Ma procediamo con ordine...
Il profilo di Trantino tra dj set, bottigliette d'acqua, poesie e 'amichettismi'
Un sindaco tutto d'un pezzo, verrebbe da dire. Che però ne sta perdendo parecchi. A partire dalla sua maggioranza che in Consiglio si fa vedere sempre meno. Sempre sull'orlo di una crisi di nervi, un mattatore senza toro. Insomma, un politico che fa comunicazione più che politica. E la fa pure male. Una comunciazione arrogante e piena di sé. Che di affabile non ha proprio nulla. Oltre ad offendersi ad ogni minima puntualizzazione.
E questo senza considerare il mancato riguardo (all'inizio del suo mandato, ndr) relativamente alla questione, tutta di opportunità politica, relativa al contemporaneo ruolo di sindaco e parallelamente legale di Eugenio Pedullà, medico al Policlinico e professore dell'Università di Catania indagato nell'inchiesta sulla sanità siciliana che ha visto alla sbarra anche Ruggero Razza, che lavora nello studio targato Trantino fianco a fianco al sindaco, per il quale - come scrive la Gazzetta del Sud - i procuratori Rosa Raffa e la sostituta Roberta La Speme hanno richiesto l'archiviazione. Nello stesso processo compaiono anche i nomi di Sebastiano Felice Ferlito e altri professori universitari.
Ma Trantino sarebbe vicino ad atri dipendenti del Policlinico, scrive La Sicilia. Come Alessia Trovato, ex Forza Italia candidata nella lista Enrico Trantino sindaco che adesso ha ottenuto un posto nella struttura ospedaliera universitaria. C'è pure Simona Fiscella, figlia del dirigente comunale Salvatore, il cui fratello Giuseppe è fan di Dario Daidone, consigliere regionale all'Ars. Così come molto vicino a Daidone sarebbe anche Salvatore Carmine Faraci assunto come assistente amministrativo. Nino Caruso, l'ex sindaco di Ragalna, esponente di Fratelli d'Italia e vicino a La Russa, si guadagna un posto come assistente amministrativo.
Nell'area Fdi, però, di amichettismi se ne conta piu d'uno. C'è Adriana Scaboni, ex compagna di Andrea Barresi lavora al Policlinico come collaboratrice amministrativa ed è in attesa di un posto nella giunta Trantino. Fabrizio Busà è assistente ammnistrativo, invece, ed è l'ex presidente del Consiglio comunale di Acireale in stretto rapporto con Basilio Catanoso, della corrente di Salvo Pogliese. Vanta un rapporto con lo storico segretario di An, con cui condivise il coinvolgimento nell'inchiesta riguardante il voto di scambio del 2001 in cui è stato poi assolto. In cui compariva pure Vittorio Cecchi Gori. Mentre Dario Bussolari, l'ex consigliere di municipalità a Catania, prima molto vicino al consigliere comunale Riccardo Pellegrino.
Enrico Trantino è incompatibile con la carica di sindaco: si deve dimettere da palazzo degli Elefanti e dalla fondazione Ursino-Recupero
Forse Enrico Trantino non losa, lo ignora ma non può ricoprire contemporaneamente il doppio ruolo di primo cittadino e componente del cda di una fondazione comunale. Perché la legge prevede l'incompatibilità per conflitto di interessi nell'occupare entrambe le poltrone: quella della Biblioteca Ursino Recupero in cui siede da consigliere d'amministrazione e quella a palazzo degli Elefanti.
A dirlo è il Tuel che prevede come cause di incompatibilità anche la partecipazione al consiglio di amministrazione delle fondazioni. «Colui che, come titolare, amministratore, dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento - si legge nel Testo unico degli enti locali - ha parte, direttamente o indirettamente, in servizi, esazioni di diritti, somministrazioni o appalti, rispettivamente nell'interesse della Provincia o del Comune, ovvero in società (e fondazioni) ed imprese volte al profitto di privati, sovvenzionate da detti enti in modo continuativo, quando le sovvenzioni non siano dovute in forza di una legge dello Stato o della Regione».
Ed è proprio il caso del sindaco Trantino che è costretto dalla legge a dover optare per una delle due cariche: sindaco o componente del cda della fondazione. E sarebbe preferibile che le lasciasse entrambe. Per una serie di motivi che lo espongono a un conflitto di interessi non indifferente, come quello verificatosi per la gestione dell'immobile del consultorio autogestito, dove Trantino si è trovato nella condizione di dover gestire la vendita dell'immobile da sindaco del Comune in qualità di componente del cda della fondazione proprietaria dell'edificio. Uno dei tanti casi in cui si innesta il conflitto di posizioni.
La causa dell'incompatibilità, per il Tuel, deve essere rimossa entro dieci giorni dall'insediamento e in caso di inosservanza il consigliere della fondazione decade automaticamente , dal momento che non ha effettuato una scelta entro il termine previsto dalla legge.
La questione morale e l'incompatibilità con la professione forense
Ma al sindaco i diversi conflitti e le interferenze tra poteri pare non interessino. Eppure però Trantino, che è anche avvocato, oltre che per legge in relazione all'incompatibilità tra la carica di sindaco e quella di consigliere del cda della fondazione, dovrebbe dimettersi anche per una questione etica, morale e di opportunità politica. Perché, sebbene la legge non disponga un'incompatibilità tra la professione legale e la carica di primo cittadino, Trantino dovrebbe badare di più alle posizioni di conflitto di interesse. E in ballo c'è il contemporaneo esercizio tra la professione forense e quella di sindaco.
Se da una parte è vero che la legge non prevede incompatibilità tra l'esercizio della professione legale e le cariche elettive, è altrettanto vero che la prevede riguardo ai dipendenti pubblici che svolgano contemporaneamente la professione di avvocato. E c'è persino chi assimila natura, rapporto e la qualità della carica di sindaco a quella di dipendente pubblico, per la quale la legge disciplina una corposa serie di ipotesi di incompatibilità.
E, in effetti, con una ricostruzione di stampo giurisprudenziale e dottrinale, al sindaco possono essere applicabili le stesse sanzioni per l'incompatibilità dei dipendenti pubblici. Circostanza che Trantino, da avvocato qual è, avrebbe dovuto prendere in considerazione e non l'ha fatto.
Perché il sindaco è un dipendente pubblico
La corte costituzionale e diversi giuristi tramite interpretazione estensiva e applicando la disposizione civilistica, hanno dimostrato che «la prestazione lavorativa del sindaco, proprio perché "racchiusa" in una "forma contrattuale di lavoro dipendente", è omologabile a un soggetto contrattualizzato dalla pubblica amministrazione».
Sono due le sentenze della Consulta che vengono in essere nella valutazione del rapporto di lavoro tra l'amministrazione e la carica di sindaco: la numero 3 del 1966 e la numero 390 del 2006. Che arrivano ad affermare la natura di dipendente pubblico del sindaco con la conseguenza di applicare le stesse previsoni normative, di carattere preventivo e sanzionatorio, dettate per i dipendenti pubblici.
Al di là dell'incompatibilità tassativa che riguarda la contemporanea partecipazione al cda della fondazione Ursino-Recupero e la qualifica di sindaco, la condotta di Trantino di certo non è meritevole di apprezzamento morale, etico e politico. Appare importante ricostruire e fare menzione della qualificazione del rapporto giuridico tra sindaco e Stato, cioè un vero e proprio rapporto di lavoro che si conclude all'atto del giuramento. E in quanto tale ha le caratteristiche di un contratto di lavoro subordinato «in cambio di una retribuzione monetaria, di garanzie di continuità e di una parziale copertura previdenziale», si ricava dalla giurisprudenza costituzionale.
Ai sensi dell'articolo 2094 del codice civile si parla cioè di colui che è qualificabile come chi è «obbligato mediante retribuzione a collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore».
È ragionevole pensare che lo stipendio del sindaco sia equiparabile così allo stipendio derivante da un rapporto di lavoro subordinato dando atto che vi è un datore di lavoro rinvenibile nel Comune e un dipendente che è appunto il sindaco. «Il legislatore - scrive Filippo Dolce tra le pagine del Quotidiano di informazione giuridica -, prevedendo il versamento di contributi al sindaco (in determinate condizioni e circostanze), "riconosce" la natura di "lavoro dipendente" della sua attività».
L'equiparazione prende le mosse dall'articolo 50 del Tuir che al suo interno tra i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente cita le indennità, i gettoni di presenza e gli altri compensi corrisposti dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni per l'esercizio delle pubbliche funzioni.
Il ragionamento fila se si considera che al sindaco e ai consiglieri, in virtù di due norme (del 2019 e del 2022), lo Stato ha riconosciuto l'incremento delle indennità di funzione riservando loro un apposito fondo, rispettivamente di 10 e 110 milioni di euro. Circostanza dalla quale si evince che lo Stato riconosce la natura contrattuale di lavoro dipendente al sindaco tanto da prevedere nel bilancio dello Stato una parte della sua retribuzione.
La sentenza numero 3 del 1966 nel citare le relazioni con le pubbliche amministrazioni parla di rapporto di lavoro dipendente con riferimento alla decisione della commissione contenziosa del Senato sul cosiddetto riconoscimento del vitalizio a Formigoni in cui sottolinea la funzione pubblica di parlamentare come un rapporto di lavoro dipendente. E se lo dice una relazione sul caso Formigoni, ex parlamentare peraltro vicino alla sfera politica del sindaco, non c'è motivo di non credere che le due funzioni possano ben essere assimilate.
Di conseguenza ci si chiede se per lo Stato il parlamentare è un dipendente pubblico perché non può essere considerato tale il sindaco. E, di conseguenza, rendere applicabili alla carica le stesse cause di incompatibilità previste per i dipendenti pubblici. In questo caso Trantino non potrebbe esercitare nemmeno la professione di avvocato, perché la stessa - come per qualsiasi dipendente pubblico - sarebbe incompatibile con l'esercizio delle funzioni da sindaco. E anche in questa caso, giocoforza, dovrebbe scegliere se continuare a fare il sindaco o l'avvocato penalista. Così come precisato dalla sentenza della Corte costituzionale 390 del 2006. E, anche in questo caso, sarebbe bene che lasciasse entrambe le professioni.