Il Pezzo Etneo

Amministrative, a Mascalucia è di nuovo corsa a quattro
Il Movimento cinque stelle sceglie Catania. Nel Pd è caos
Gabriele patti,  20 Aprile 2023
Alla fine i pentastellati hanno deciso: il candidato sindaco del paese pedemontano è il consigliere Sebastiano Catania. Le probabilità che il fonte progressista possa competere unito si riducono drasticamente

Come nel 2018. A concorrere per la poltrona da sindaco di Mascalucia saranno in quattro. Oltre alle candidature ufficializzate nelle scorse settimane dal sindaco uscente Enzo Magra, l'ex primo cittadino Salvatore Maugeri e Francesco D'Urso Somma, alla lista dei pretendenti si aggiunge anche il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Sebastiano Catania, finanziere di professione in attesa di aspettativa e successore di Agata Montesanto nell'unica poltrona in consiglio toccata ai cinque stelle in due sindacature. Una candidatura travagliata, quella di Catania a sindaco, che è riuscito a spuntarla dopo serrati confronti in un batti e ribatti di candidati tra i pentastellati e il Partito democratico. Terminati non proprio a tarallucci e vino.

A Mascalucia, dunque, non ci sarà nessun fronte progressista. Il motivo sta tutto negli strascichi della querelle tra l'ex segretario provinciale del Pd Angelo Villari e il segretario regionale Anthony Barbagallo. L'ex segretario generale della Camera del Lavoro, nonostante la candidatura alle Regionali a sostegno di De Luca (poi abbandonato per formare un proprio gruppo, Comunità in progresso), pare sia ancora legato al Pd, ma non a Barbagallo. Così, dopo aver trascinato con sé tutto il direttivo del circolo senza però che nessuno abbia mai rassegnato le dimissioni, Villari ha scelto di sostenere Magra, riferimento sul territorio di Luca Sammartino. Forse, anche per questo, per i sammartiniani «a Mascalucia il Pd è morto». Così, le interlocuzioni per trovare una quadra non hanno riscosso successo. Circostanza che, scartata l'ipotesi di un Montesanto bis, adesso in lizza per un posto a Palazzo degli Elefanti, ha convinto i cinque stelle a proporre la candidatura di un dem: il farmacista Claudio Pappalardo. Che, nel frattempo, sarebbe stato corteggiato pure da Maugeri che lo vorrebbe al suo fianco con una lista civica. Una proposta che, però, non è stata accolta da Pappalardo il quale, invece, avrebbe voluto spendere la bandiera di partito.

A rilanciare con una controproposta sarebbe stato poi Barbagallo. Il segretario regionale avrebbe chiesto a Maugeri di fare un passo indietro e formare un'unica coalizione con Pd e cinque stelle, a sostegno di Pappalardo sindaco. Ma l'ex primo cittadino aveva già stampato i manifesti e non ha voluto sentire ragioni. Sfumata la grande coalizione, l'unica in grado di potere quantomeno competere con Magra (che dispone del sostegno di sette liste, due in più rispetto a cinque anni fa), lo scenario attuale, al netto di cambi repentini, è questo: Barbagallo dialoga con Maugeri, sostenuto già da autonomisti, democrazia cristiana e Sud chiama Nord, la lista di riferimento dell'ex sindaco di Messina e attuale onorevole all'Ars Cateno De Luca. Villari sostiene Magra e Pappalardo rimane indeciso. Intanto il figlio di Maugeri, Ignazio dialoga con il Movimento e il Pd per trovare soluzioni intermedie ed evitare quella che pare essere una disfatta annunciata. Nel centrodestra invece la battaglia per accaparrarsi il simbolo l'ha spuntata la corrente Messina-Galvagno, e quindi Francesco D'urso Somma, mentre l'ex deputato regionale Dario Daidone, con il pupillo e presidente del Consiglio comunale Andrea Guglielmino, mister 700 preferenze, sosterrà Magra.

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