Non ho mai creduto alle categorizzazioni. Non ho mai creduto al valore della maggior parte delle parole che finiscono per "ista". Non ho mai creduto al valore della parola femminista o maschilista. Non ci ho mai creduto non perché non creda ai valori del femminismo o alle schifezze del maschilismo, ma perché credo che esistano le persone. E che se si litiga e poi si fa pace, non ci sono né femministi né maschilisti.
Non ho mai creduto alla comunicazione di genere. Non ci credo perché per me l'unico genere, al di là dei gusti, delle preferenze sessuali, di cosa si mangia e si beve, sono le persone. Tutte uguali e tutte diverse. Ognuno con le proprie, di diversità. Credo che basterebbe coltivare il valore della diversità per far capire a tutti quanto sia importante. Bisognerebbe comunicare questo alla gente. Bisognerebbe dire alle persone che la diversità (qualunque essa sia) è un valore. E nessuno si sentirebbe offeso. Nessuno direbbe niente, direbbe solo che è vero. Perché ognuno di noi è diverso. Ed è bellissimo così.
Che importa se si è femministi, complottisti, integralisti, estremisti o coglionisti. Che ve ne frega. Ecco, tutti i video che fate sul femminismo, sul complottismo, su qualunque altro concetto che qualcuno si è inventato solo per creare divisioni, fateli sul diversismo. Raccontiamo quanto sia bello essere diversi. Uno che guarda una palla di vetro e crede di poter fare previsioni sul futuro è pazzo? Io non credo. È solo uno che guarda una palla di vetro e pensa di poter predire il futuro. Io non ci credo, ma non è che importi qualcosa. Perché quando parliamo, rido. Quindi, pace.
Raccontiamo che a Elisa piace guardare il cielo per ore e pensare che ci sono gli extraterrestri. Raccontiamo che per Giovanni gli extraterrestri non esistono, perché a lui piacciono gli essere umani e vuole stare con i piedi ben saldi a terra. E che i due possono parlare serenamente, anche uscire insieme e andare al cinema insieme e vedere due spettacoli diversi: prima Alien e poi Via col Vento. Oppure prima Via col Vento e poi Alien. Che importa. Oppure vederli contemporaneamente in sale diverse e poi raccontarsi cosa hanno visto. Oppure fare a cambio dopo. Chi se ne frega.
Raccontiamo che Giorgio è uguale a Orietta. Fanno le stesse cose e nemmeno se ne rendono conto. Ma lo vedono gli altri. E no, Giorgio non è gay. E Orietta non è lesbica. Minchia, ma sono proprio uguali. Giorgio non è femminista. E Orietta non è maschilista. Praticamente non si incontrano su nulla.
Raccontiamo che se Paola è vegetariana o vegana può andare a mangiare in qualunque posto con un onnivoro e un carnivoro. Basta che nessuno dei tre rompa il cazzo. Ma non lo deve rompere sul serio.
Raccontiamo che quel fascista di Alfredo, quando è in televisione dà del negro a Youssef, e poi ci va a cena, ci dorme e forse, quel fascistone e razzista di Alfredo, ci fa pure sesso. Raccontiamo questo.
Raccontiamo di Silvio, che è comunista, e che lui la proprietà privata proprio non la digerisce, ma quando va da Marianna che abita in una villa di lusso con piscina di sua proprietà, è felice come un bambino. E dimentica la lotta di classe e il proletariato. E non c'è nulla di male. L'altro giorno si è portato pure tutti gli operai al seguito.
Luca, poi, è pazzo. Il venerdì sera esce con Giovanni che invece è normale. Luca e Giovanni litigano sempre, infatti. Non parlano per settimane, fino quando qualcuno dei due non dice "va bene, usciamo?". E l'altro risponde: "Ok". E finiscono per litigare di nuovo. E poi fanno pace. Di nuovo.
Raccontiamo che Piero è ricco. E che Francesco è povero. E che Piero tutto quello che ha lo dà al prossimo. E che Francesco non puzza. Anche se non si lava da giorni. Oh, non puzza.
Raccontiamo di Almirante e Berlinguer. Chi è andato al funerale di chi? E perché si rispettavano? Chi lo sa.