«Rimango in lizza, se mi ritiro lo devo decidere io non altri partiti»
Lombardo e Cuffaro. Al centro Valeria Sudano, avvocato di professione e candidata a sindaco del Comune di Catania. Il primo acerrimo nemico del vicepresidente del governo regionale Luca Sammartino. Il secondo affezionato all'ex senatrice sin dai tempi in cui l'attuale deputata alla Camera era una ragazzina e militava nella Democrazia cristiana. Una candidatura divisiva quindi quella della Sudano che sta creando non poche frizioni all'interno di quella paventata coalizione di centrodestra che è ancora di là dal venire. Tra passi in avanti non graditi e colpi alla schiena. Il primo sarebbe stato fatto da Prima l'Italia, sigla politica leghista riferimento di Sammartino, nel momento in cui ha deciso di proporre la candidatura di Sudano. I secondi sarebbero stati messi nero su bianco invece nella nota stampa a firma dell'autonomista sindaco di Adrano Fabio Mancuso, tra i papabili candidati nelle intenzioni di Lombardo, in cui rivela che Sudano avrebbe ritirato la propria candidatura. Circostanza subito smentita da Sudano e Matteo Salvini in visita a Catania, in occasione del processo Open Arms a Palermo che lo vede imputato per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio. Mentre il centrodestra litiga e si azzuffa, c'è chi tra gli indipendenti prova a fare la propria mossa. È il caso di Giuseppe Lipera. Il principe del foro di Catania, candidato a sindaco come indipendente, si è infilato a gamba tesa proponendo a Sudano la poltrona da vicesindaco per ovviare all'eventuale incompatibilità della carica da primo cittadino con quella da deputata. La proposta però fa sorridere gli addetti ai lavori. E anche Sudano. Nel frattempo Salvini da una parte conferma la candidatura, dall'altra frena: «Decideranno i territori», ha detto ieri Salvini. Ma il quadro, anche dopo il tavolo del centrodestra di questa mattina, non cambia. Così come non scema la volontà di Sudano di candidarsi. Che a questo giornale conferma e ribadisce la volontà di rimanere in campo come candidata alla poltrona di primo cittadino a Palazzo degli Elefanti.
Onorevole, sono passati pochi giorni da quando ha ufficializzato la sua candidatura ed è già al centro del dibattito e delle polemiche. Un buon inizio di campagna elettorale
«Quello che è successo non ha nulla a che fare con la campagna elettorale, ho già risposto alle polemiche sulla candidatura che credo non interessino alla città: ribadisco di rimanere in campo e di aver pubblicato i manifesti elettorali senza simbolo proprio perché il centrodestra deve ancora trovare una quadra. Al di là delle polemiche quello che conta è l'ascolto dei cittadini e la visione da proporre alla città».
Parliamone, qual è la sua visione?
«Voglio spendere la mia esperienza per la città perché stiamo vivendo una fase di far west, un momento storico dove non ci sono regole, l'amministrazione è in un momento di grande difficoltà. Bisogna riprendere le fila per ritornare alla normalità. Si può fare mettendosi a servizio della scuola, che sta vivendo un periodo di grande emergenza in termini di dispersione scolastica: dobbiamo convincere i genitori a portare a scuola i figli. Un fenomeno che alimenta ed è causa diretta il proliferare di baby gang che invadono la città».
Un problema atavico su cui però pare che i controlli effettuati dalla polizia locale non abbiano grande riscontro. Anche a seguito della tanto discussa carenza di personale. Come si risolve?
Su questo bisogna studiare una soluzione che possa prevedere uno sblocco di assunzione per i Comuni in dissesto e pre-dissesto. Perché le condizioni economico-finanziarie di un Comune non possono condannare i cittadini a rinunciare ai servizi. Ed è il caso dei rifiuti, in cui il Consiglio comunale ha approvato l'aumento della Tari in una città tra quelle con il tasso di evasione dei tributi locali più alto e, in parallelo, con un tasso di riscossione pari a circa il cinquanta per cento. Bisogna individuare un modo per accantonarli nel bilancio, trovare norme che possono aiutare amministrazioni come le nostre, i cittadini non meritano un servizio decadente».
Per fare questo, però, in caso di vittoria è necessario arrivare con una maggioranza ben salda...
«Siamo ancora alla fase primordiale in cui non ci sono ancora tutti i candidati di centrodestra, io ho pubblicato i manifesti senza simboli proprio perché ancora non si è fatto ancora il punto da chi sarò sostenuta, ma è normale che mi auguro di vincere e poi avere una maggioranza compatta».
Viste le premesse, come il paventato ritiro della sua candidatura annunciato da parte dell'Mpa poi smentito, anche qualora la sua corsa diventi quella del centrodestra, si può dire che non si escludono tiri mancini.
«La nota dell'Mpa è stata davvero uno scherzetto di cattivo gusto fatto da qualcuno, ma è meglio non continuare. Se mi devo ritirare, mi ritiro io e non me lo faccio dire dai partiti alleati del centrodestra. Così come ho ribadito ieri a Palermo, rimango in campo. Con Salvini è da tempo che affrontiamo i temi che riguardano Catania, la mia attività parlamentare è sempre stata rivolta alla città. Per questo sono sicura che avrò al mio fianco non solo il mio partito. A livello nazionale c'è grande collaborazione tra gli alleati e ho ottimi rapporti con Fratelli d'Italia».
Su questo, pare che la sua candidatura non abbia solo provocato le ire di Lombardo, ma abbia sparigliato le carte anche in FdI.
«Non volevo mettere in difficoltà nessuno, mi sono solo proposta alla mia città e l'ho fatto senza simboli. Anzi speravo che apprezzassero il senso di responsabilità della mia scelta. Dopodiché siamo ancora in una fase di dialogo Fratelli d'Italia dovrebbe decidere la prossima settimana e Raffaele Lombardo ha detto che prenderà una decisione dopo FdI».
Proprio l'ex governatore pare sia andato su tutte le furie alla notizia della sua candidatura. Si discute del rapporto non proprio rose e fiori con Luca Sammartino, suo compagno, e della sua candidatura come una mossa strategica per mettere in difficoltà gli autonomisti
«Devo sottolineare che si fa spesso riferimento al fatto che io sia la compagna di Sammartino, un uomo invece è destinato a un trattamento diverso. La mia vita privata è la mia vita privata. Sulle possibili antipatie tra Lombardo e il mio compagno le dico che la politica non si fa con le antipatie e le simpatie, ma con proposte e programmi.
Da parte nostra poi non c'è stata alcuna mossa strategica. Io non ho mai fatto politica pensando di fare qualcosa contro qualcuno, con la mia famiglia ci siamo sempre sottratti alle varie lotte che ci sono state nel corso degli anni e io continuerò a farlo senza quei giochini che conosco molto bene. Quelli che amano fare altri ma che a me non appartengono».
Da Lombardo a un altro centrista: Totò Cuffaro pare voglia sostenere i moderati ma al contempo dichiara che lei sarebbe una candidata gradita. C'è il trascorso nella Democrazia cristiana che vi lega. Potrebbe essere davvero un suo sostenitore nella corsa a sindaco?
«Premesso che dialogo con tutti, lo conosco fin da ragazzina perché frequentavo quegli ambienti, abbiamo un rapporto di amicizia e familiare. Ma la politica è una cosa e le amicizie sono un'altra. Sebbene lui abbia sponsorizzato la mia candidatura, spetterà poi al movimento di Cuffaro prendere una decisione. In questo momento c'è l'Mpa che attende l'esito del tavolo regionale da cui dovrà uscire un nome del candidato e Cuffaro che ha detto che la mia candidatura sarebbe gradita. Bisogna aspettare».
In questo clima già caotico di suo ha pensato bene di inserirsi anche l'avvocato e candidato sindaco Peppino Lipera che l'ha invitata a ritirare la candidatura e offrendole la poltrone da vicesindaco. La proposta la alletta?
«Stimo e rispetto tanto l'avvocato Lipera, non voglio fare passi indietro per fare il vicesindaco dell'avvocato. Che comunque sentirò come tutti i candidati che ci sono in campo per capirne i programmi e confrontarci e se c'è possibilità di fare un passo comune, lo faremo. Ma io rimango in campo come candidata sindaco».
Al di là dell'ironia, Lipera le lancia anche quella che forse è una provocazione. "Se eletta sindaco, dovrebbe optare tra una delle due cariche, così la nostra città perderebbe un proprio rappresentante", scrive Lipera in un post su Facebook. Da sindaco sarebbe obbligata a dimettersi da deputata, da vicesindaco no.
«Io sinceramente sono candidata a sindaco, quindi non ho fatto questi ragionamenti, né tanto meno alle indennità che potrei perdere o guadagnare. Sto rinunciando a tanto e lo faccio con amore verso la mia città e non credo che pensare alle cariche e alle indennità sia una questione che interessa ai cittadini. queste le reputo dinamiche, talvolta locali, che fanno perdere di vista i reali bisogni della città».
Per concludere, a proposito di improbabili vicesindacature. Vicesindaco o vicesindaca?
«Sindaco, senza se e senza ma. Sono avvocato e non avvocata, ma ognuno mi chiama come vuole. Per me non è importante il titolo, quasi tutti mi chiamano Valeria».