Il Pezzo Etneo

Droga, cocaina e marijuana da Catania a Caltanissetta
Gli indagati e il fornitore etneo per «il salto di qualità»
Redazione,  20 Marzo 2023
Sono 15 le misure cautelari eseguite questa mattina dai carabinieri per l'attività di spaccio avente come base operativa Mussomeli, in provincia di Caltanissetta. Di questi solo uno è agli arresti domiciliari, per gli altri si sono apertele porte del carcere

Clienti e spacciatori arrivavano anche da Campofranco, Sutera, Acquaviva Platani, Villalba e da altre zone dell'Agrigentino. Era una fiorente attività di spaccio con base a Mussomeli quella smantellata oggi dai carabinieri di Caltanissetta, che hanno eseguito 15 misure cautelari. Per 14 indagati si sono spalancate le porte del carcere. Uno, invece, è finito ai domiciliari. L'accusa per tutti, a vario titolo, è di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il continuo approvvigionamento di droga garantito da canali di rifornimento individuati nelle province di Catania e Agrigento avrebbe consentito all'organizzazione di continuare la propria attività illecita ininterrottamente da ottobre 2019 a giugno 2020 nonostante le limitazioni alla libertà di movimento dovute all'emergenza sanitaria per la pandemia, le preoccupazioni per i controlli di polizia nei confronti di clienti e complici e, in qualche occasione, anche le difficoltà di rifornirsi di stupefacente per la momentanea mancanza di liquidità.

«L'attività illecita sarebbe iniziata cinque anni prima delle indagini per ammissione di uno degli indagati - spiegano gli investigatori - e con una proiezione futura a tempo indeterminato, come desumibile dalle aspettative delle persone coinvolte di poter fare il "salto di qualità", in termini di volume d'affari, grazie alla collaborazione con un fornitore catanese». A capo dell'organizzazione c'era un cittadino di Mussomeli. Sarebbe stato lui a finanziare gli acquisti di sostanze stupefacenti, a gestire in prima persona l'attività illecita e a organizzare il lavoro dei complici. Per concordare la quantità di droga oggetto della transazione, gli indagati avrebbero adottato un escamotage linguistico: il cliente indicava non il numero di dosi da comprare ma quello delle persone con cui si sarebbe accompagnato o riferimenti ad attività e beni leciti. Nel corso delle indagini era già stata arrestata in flagranza di reato una persona e sequestrati 130 grammi di cocaina e quasi due chilogrammi di marijuana.

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