Percolato e rifiuti non riciclabili. La ditta: «Sono acqua e terre di spazzamento»
Carta, plastica e prodotti di tutti i tipi sono riposti in un cassone blu. Le condizioni ambientali non sembrano delle migliori: automezzi ammassati, due bagni e altrettante docce per centinaia di dipendenti. Le strade adiacenti a via Crocifisso sono ridotte a una pattumiera. Di fronte al grande portone di ingresso si carica e scarica spazzatura. Se si prova a scattare una foto la preoccupazione è: «Hai preso la targa? Perché è mio il furgone. Se non l'hai presa a posto». L'aria non è irrespirabile, ma si fa fatica a rimanere più di dieci minuti. Per terra si vedono quelli che sembrano fiumi di percolato. Non solo all'interno del fabbricato in cui la ditta tiene gli automezzi utili allo spazzamento delle strade, ma anche sulla pubblica via. Dalle immagini ottenute in esclusiva da questa testata si contano almeno 15 mezzi in servizio. Tutti in fila, parcheggiati uno accanto all'altro. È l'autoparco Gema, uno dei depositi della ditta che si occupa del servizio di raccolta dei rifiuti e spazzamento in città, a pochi metri da piazza Palestro. «Non c'è percolato, si può trattare di qualche liquido che perde dai veicoli o al limite le pozzanghere che si vengono a formare per le piogge - replica al telefono il direttore del Lotto Centro Fabrizio Patania - e sulla mancata raccolta differenziata, nel cassone vengono smistate solo le terre di spazzamento». E in ogni caso, prosegue, «la maggior parte dei rifiuti che raccogliamo è indifferenziato per il 77 per cento». Un modo per dire che il sistema di raccolta differenziata nel Lotto Centro stenta ancora a decollare. E con essa anche l'appalto settennale. Dopo quasi un anno da quando la ditta è subentrata a Dusty in modo effettivo.
L'autoparco è il simbolo del malessere dei lavoratori. In mezzo ci sono le repliche di Gema. Entrambi concordano nel ritenere che ci sia un peccato originario. E che quel peccato sia il capitolato dell'appalto settennale. Infine ci sono le condizioni in cui versa la città.
I cavilli nel capitolato d'appalto
C'è un appalto settennale dei rifiuti che, tra gare andate deserte e questioni finite sul tavolo dei giudici amministrativi (il processo ha poi dato ragione al Comune di Catania, nda), ha in parte provveduto a risolvere le difficoltà derivanti dal periodo di transizione tra la gara Ponte e il nuovo appalto - quando per circa tre mesi la gestione del Lotto Centro si prorogava a Dusty in attesa della definizione del nuovo capitolato -, ma, per altra parte, ne ha create di nuove. Nuovi problemi la cui risoluzione comporta nuove spese. Si parla di 260mila euro in più - oltre a quelli già previsti nel capitolato d'appalto -, per colmare le inefficienze derivanti dalla lamentata carenza di risorse (economiche e non) per mezzi e uomini. Così si spendono ulteriori 100mila euro a favore di Gema e altri 160mila a Ecocar. Tutti per il Lotto Centro che già di per sé ha un valore di 162 milioni di euro. L'appalto complessivamente vale più di 330 milioni per tre lotti. Soldi, questi, che il Comune paga a mensilità (e per più mesi): per Gema si aggira su circa due milioni di euro. L'ultimo intervento straordinario in ordine di tempo risale alle festività agatine quando il Comune guidato ad interim da Federico Portoghese ha assegnato altre risorse (circa 50mila euro) a Gema per assicurare condizioni di igiene e vivibilità nel corso della festa. Se si considera che gli interventi sono stati effettuati tutti nel lotto Centro, il Comune in un anno per questo lotto ha speso lo 0,16 per cento in più del valore del servizio. Che, moltiplicato per sette anni, ammonta all'1,12 per cento. Ovvero una spesa previsionale aggiuntiva pari a un milione e 620mila euro per tutta la durata dell'appalto e per il solo Lotto Centro.
Tutti gli interventi extra ordinem:
- Novantamila e settantamila euro a Ecocar per la pulizia delle spiagge libere (attività non prevista dall'altro appalto affidato a Stella polare srl, a cui competeva la gestione estiva del litorale pubblico);
- Cinquantamila euro (85mila complessivi, di cui 35mila a carico della ditta) erogati in favore di Gema per il piano di pulizia straordinario «varato d'imperio» dall'ex assessore ai Rifiuti Andrea Barresi;
- Cinquantamila euro per lo spazzamento durante le festività natalizie e agatine a seguito della determina emanata quando il Comune era guidato da Federico Portoghese.
Così come le spiagge libere e il piano Barresi, anche queste ultime «sono spese straordinarie», spiega Patania. «Il Comune si è reso conto della media di transito pari a circa 200mila persone al giorno - sostiene il dirigente -, e non era pensabile di mantenere lo stesso livello di spazzamento, essendoci un flusso turistico sproporzionato rispetto alle previsioni del Comune e non indicato in nessun piano di gara». Nel frattempo la popolazione aumenta e, secondo le stime di Patania, anche la spazzatura. «La produzione di rifiuti nel centro storico ormai equivale a 240mila abitanti, il capitolato ne indica 156mila. È come se ogni persona producesse due chili e mezzo al giorno di rifiuti, più del doppio della media nazionale».
Tra gli oneri che ricadono sull'azienda, il capitolato d'appalto non prevede la rimozione delle macrodiscariche ma solo delle microdiscariche. Ovvero i cumuli di immondizia che non superano i sette metri cubi di proporzioni. Circostanza che non permette l'irrogazione di sanzioni per la mancata rimozione. «Un giochetto», lo definiscono gli addetti ai lavori, che si sostanzierebbe nel duplice escamotage derivante dalla norma in capitolato: che non prevedendo la rimozione delle macrodiscariche non permette al Comune di irrogare sanzioni nei casi di mancato intervento e, al contrario, a intervento effettuato costringe palazzo comunale a pagarlo come straordinario. Secondo alcuni ci sarebbe pure chi tra i fili di questo groviglio si sarebbe infilato a gamba tesa, con la continua creazione di discariche di grandi dimensioni sparse per la città. Secondo altri, come Patania di Gema, «il Comune non ha versato nemmeno un soldo per gli interventi di rimozione delle macrodiscariche abusive».
I lavoratori e i numeri del Lotto Centro
Il capitolato d'appalto prevede l'impiego di 840 unità di personale per tutti e tre i lotti. Forza lavoro che ha provocato le lamentele di sindacati e delle stesse ditte che considerano insufficiente il numero di personale previsto dalle carte. Per il solo Lotto Centro ne sono previsti 396, ma non bastano. «Per questo in servizio ne abbiamo 498 e attendiamo l'assunzione di altri 20 lavoratori», conclude Patania. Per questi ultimi il contratto è in stallo da diverse settimane.