Il Pezzo Etneo

Dino Giarrusso entra nel Pd: l’ex Iena candidato a Palazzo degli Elefanti?
La segretaria etnea: «Da lui finora nessuna richiesta di tesseramento»
Gabriele patti,  30 Gennaio 2023
Dal Movimento cinque stelle a Cateno De Luca e adesso nel Pd, per l'europarlamentare si vocifera di un futuro da candidato sindaco del centrosinistra al Comune di Catania. «Tutti dicono sia lui», dice un attivista in forma anonima. «Credo sia una boutade», replica Mariagrazia Leone a il Pezzo Etneo

È il 5 gennaio. Alla commemorazione di Pippo Fava tenutasi nei locali di Zo Centro Culture Contemporanee presenziano giornalisti, politici giornalisti ed esponenti politici della sinistra catanese. Tra questi ultimi ci sono Emiliano Abramo e Niccolò Notarbartolo. Il primo presidente regionale della comunità di Sant’Egidio, già candidato sindaco al Comune di Catania nel 2018, con la lista È Catania. Il secondo, consigliere comunale ai tempi in cui a guidare la città dell'Elefante era Enzo Bianco. Fin qui tutto procede come da tradizione. Ma in quella che è stata definita «la solita messa cantata» c'è una nota stonata. Che poi, a posteriori, tanto stonata pare non essere. Si tratta dell'europarlamentare Dino Giarrusso. L'ex Iena sembra trovarsi proprio a suo agio nel panorama politico della sinistra catanese. Saluta tutti, parla con i giornalisti e si sbraccia per omaggiare un ritardatario Abramo.

Quasi un mese dopo, ecco l'annuncio: l'europarlamentare, prima nel Movimento cinque stelle, poi a sostegno di Cateno De Luca per la corsa alle Regionali - poco prima che si realizzasse la frattura e che, a dire di Giarrusso, De Luca gli soffiasse il suo amato partito Sud chiama Nord - è appena transitato nel Partito democratico. La notizia arriva dalla due giorni milanese lanciata da Stefano Bonaccini, il presidente dem della Regione Emilia Romagna, per la corsa alle primarie. L'annuncio dell'europarlamentare - che fino a due mesi fa provava senza successo a tornare nel Movimento cinque stelle - ha scatenato l'ira sui social e spiazzato alcuni sostenitori del Pd. Ma Bonaccini calmiera. «Siamo un partito aperto - ha sostenuto il governatore emiliano -, però se Giarrusso vuole tesserarsi, prima deve chiedere scusa». Il riferimento è agli anni in cui Giarrusso era un convinto grillino. E come tutti i convinti grillini non risparmiava aspre critiche nei confronti dei democratici. Ora, però, pare ci abbia ripensato. Sarà stato un esame di coscienza, sarà stata l'affezione a Giorgio Gaber - che l'europarlamentare cita dal palco della due giorni bonacciniana con un richiamo a Qualcuno era comunista, monologo dell'inventore del teatro-canzone -, ma Giarrusso adesso pare deciso a tesserarsi.

La domanda dunque sorge spontanea: dopo la mancata candidatura alla presidenza della Regione siciliana, sarà per caso l'ultima delle grandi manovre messe in atto dall'ex Iena per trovare un posto nel mondo? Dai rumors parrebbe di sì. L'indiscrezione arriva direttamente dalle fila di Sinistra italiana etnea riunitasi nei giorni scorsi per fare il punto sulle elezioni amministrative. «Non si è parlato d'altro - sostiene un attivista in forma anonima -, il centrosinistra sembra puntare su di lui per la poltrona da sindaco al Comune di Catania». Mentre le voci si fanno sempre più insistenti, la neosegretaria provinciale del Pd Mariagrazia Leone, subentrata all'ex Angelo Villari, non smentisce e temporeggia. «Il Pd catanese, alla data attuale, non ha ricevuto nessuna richiesta di tesseramento da parte dell'eurodeputato Giarrusso», sostiene Leone a il Pezzo Etneo. «Immagino lo abbia fatto altrove, ma non ho contezza», precisa.

Rievocando le parole espresse da Bonaccini il giorno prima, prosegue: «Siamo un partito aperto e plurale, ma certo non può bastare un annuncio da un palco per divenire parte della nostra comunità, soprattutto quando si ha una storia politica marcata come la sua», afferma Leone. «Per quanto riguarda le amministrative, il nostro lavoro procede spedito, con coloro che si riconoscono nel Pd e con le forze politiche che avvertono l’urgenza di costruire un progetto per Catania, all’insegna della discontinuità, che tiri fuori la città dalla crisi politica, sociale e culturale che la paralizza e la conduca alla rinascita che merita. Rimaniamo sulle cose reali e concrete, il resto credo sia una boutade».

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