Un rivolo di acqua sgorga dalle fessure del portone di uno dei tanti garage di Torre Leone, l'ex palazzo di cemento tolto alla mafia e riqualificato tre anni fa per adibirlo alla realizzazione di alloggi popolari, in cui circa tre mesi mesi fa sono stati realizzati i lavori di manutenzione che però non hanno risolto i mlteplici problemi relativi alle condizioni della struttura. Tra ascensori non funzionanti e un impianto elettrico malmesso che è causa di continui blackout all'interno del palazzo. Dei due ascensori presenti, solo ieri ne è stato sistemato uno, dopo mesi di mancato servizio a causa dei guasti che non permettavano alle famiglie di utilizzarli. Intorno al palazzo ci sono intere distese di rifiuti che il Comune non rimuove da almeno due mesi. Tra queste quella proprio di fronte all'edificio.
«Tre anni fa l'impianto elettrico lo hanno fatto sotto la fognatura e questo comporta una continua dispersione di corrente elettrica che causa diversi black out all'edificio con la conseguenza che ci troviamo a pagare bollette salatissime - spiega un residente -, siamo pure stati costretti a installare un contatore nuovo a nostre spese». Ma non è tutto. Perché, gli stessi residenti, si ritrovano a gestire la manutenzione che già tre anni fa, a sei mesi dall'inaugurazione, presentava difetti strutturali agli impianti fognario ed elettrico. Di una struttura che è comunque un bene pubblico.
La situazione però non cambia «perché ci ritroviamo comunque con fili bagnati e rosicchiati dai topi e circondati dalla spazzatura - conclude -, con l'acqua delle fognature che straborda dalle condutture e raggiunge le acque bianche». Per questo si chiede un nuovo impianto fognario con la rimozione del precedente nonché la raccolta defintiiva dei rifiuti che insistono di di fronte all'edificio.
Ad occuparsi della questione sono stati Cgil e Movimento cinque stelle. Quest'ultimo, con il consigliere comunale Graziano Bonaccorsi, a due mesi dagli ultimi interventi manutentivi effettuati dal Comune e nonostante le numerose segnalazioni e i sopralluoghi con le commissioni consiliari, lamenta che «l'amministrazione non è intervenuta se non con piccoli interventi, che però non hanno mai risolto definitivamente i problemi», sostiene Bonaccorsi.
«Perché gli assegnatari sono stati, di fatto, abbandonati, sebbene l’immobile sia proprietà del Comune. Non solo l’assessore all’Ecologia, Pesce, non ha risposto alle richieste per l'espurgo dei pozzi neri, ma anche i lavori pubblici, sotto la responsabilità dell’assessore Petralia, risultano bloccati dalla mancanza di fondi. È inaccettabile che 96 famiglie siano costrette a vivere in un palazzo che mette a rischio la loro salute e sicurezza. Ci aspettiamo risposte e interventi concreti da parte dell'amministrazione».