Il Pezzo Etneo

Sorbino, il vigile ignoto e le supercazzole interpretative
«Si dimetta da comandante e non si occupi di diritto»
Gabriele patti,  21 Gennaio 2025

«Nano, Nano, la tua mano, nano nano apri piano» cantava Fabio Fazio nella parodia della sigla della serie televisiva Mork e Mindy in cui impersonava diversi cantanti tra i quali Claudio Baglioni. La sit-com aveva al centro un alieno di nome Mork, il cui saluto era scandito proprio dalla parola Nano. Uno di quei saluti che faceva un alieno come Mork, che si chiedeva il perché delle cose e non sempre riceveva risposte soddisfacenti.

Così negli innumerevoli tentativi alla ricerca disperata di attenzione, più comica che tragica, sperimentava la ripetizione di atti e comportamenti umani al fine di comprenderli. E non sempre, per non dire mai, ci riusciva. Ed è proprio quello che sembra fare Sorbino quando si inerpica in interpretazioni di diritto improponibili che vanno al di là delle valutazioni giuridiche.

Il riferimento appare necessario per aggredire con l'arma dell'irrisione un dirigente pubblico che di castronerie in questi due anni ne ha dette parecchie. Non ultima quella in cui definisce i giudici di pace «alieni» e le sentenze della Cassazione «inapplicabili». Ovvero i provveidmenti giudiziari che lo smentiscono punto per punto e stabiliscono l'invalidità e illegittimità del regolamento comunale che limita la libertà di circolazione in via Etnea dei disabili.

E allora semmai bisogna capovolgere il punto di vista e dire che forse l'unico alieno in questa città, quando si parla di mobilità, è proprio il comandante Stefano Sorbino. Lo stesso per il quale le associazioni cittadine e i partiti politici chiedono le sue dimissioni da almeno due anni per la mancata revoca del provvedimento che è ormai quasi obbligatoria per evitare di esporre il Comune a ulteriori debiti fuori bilancio e, conseguentemente, a danno erariale. Per questo sarebbe bene che per i principi di efficenza e trasparenza nella pubblica amministrazione Sorbino, causa dei debiti fuori bilancio, si dimettesse.

Perché da un comandante della polizia locale non ci si aspetta di certo che si muova una crociata contro i disabili intrisa di insensatezza e che rappresenta un paradosso nella città dei paradossi. Che però dovranno presto finire.

Non ci si aspetta di certo che in presenza di sentenze del giudice di pace che obbligano a rimborsare i disabili multati e a disapplicare il regolamento che determina la loro discriminazione e ne limita il diritto alla circolazione in contrasto con la normativa nazionale, con l'orientamento giurisprudenziale della Cassazione, nonché con la Costituzione, si metta a disquisire di giustificazioni valide a sostegno di un provvedimento che è illegittimo e che va modificato. E non ci si aspetta di certo che lo faccia un impiegato pubblico laureato in giurisprudenza che dovrebbe essere a conoscenza della normativa e dei precetti costituzionali di cui si fa portatore in video-lezioni divulgate su youtube.

Così tra il dispensare principi di diritto in lezioni che non è titolato a tenere e le diverse motivazioni campate per giustificare la sua condotta e sfuggire all'abrogazione del provvedimento comunale, Sorbino diventa macchietta di se stesso. Un po' come "il vigile ignoto" interpretato da Totò nel film Le Motorizzate. Quando Totò spacciandosi per vigile urbano compromise il loro buon nome. «Io avevo adottato il sistema inspirato alla più alta giustizia sociale cioè quello di far pagare all'utente la multa secondo le sue condizioni finanziarie, ma le sembra bello che l'operaio debba pagare la stessa multa che paga un ricco industriale?», diceva in sua difesa Totò da imputato al processo.

«L'hai portata la pasta?», chiedeva la moglie in un'altra scena del film su pressione della madre. «A tua madre mettile una museruola», ironizzava Totò. Così, per carità ci permettiamo di alzare i toni in via del tutto satirica e sulla falsa riga del film, dicendo che la museruola potrebbe tranquillamente toccare a Sorbino.

Con Sorbino la realtà supera la fantasia, persino quella di Totò. Perché nell'ultima seduta della commissione viabilità il comandante parla di tutto e niente. Mentre gli attacchi si susseguono, Sorbino si difende tra dissertazioni sulla differenza tra disabili che guidano con la gamba destra e con la gamba sinistra e attacca l'onorabilità dei giudici di pace. «Eventualmente chiudiamo la parte più pregiata di via Etnea» è una delle tante proposte insensate a cui si appella Sorbino per evitare di applicare la legge. Eppure basterebbe l'attuazione delle norme per risolvere il problema, dare dignità ai disabili e ritornare alla normalità. Anche perché, come diceva Totò, caro comandante, «i verbali non ne parlano ma i giornali sì».

*Un articolo dal titolo "Fine dell'era Sorbino" dell'edizione odierna quotidiano La Sicilia di oggi ne anticipa il demansionamento.

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