La ztl in piazza Federico di Svevia va eliminata: «Qualcuno può rimetterci la vita»
Doveva essere una delibera sperimentale e non lo è stata e anche per questo la Ztl di Castello Ursino va abrogata perché comporta solo disagi. Lo dicono i commercianti e le associazioni. Non è una zona a traffico limitato che sostiene i ristoratori. A promuovere la raccolta firme per l'abrogazione totale della ztl sotto l'occhio del ciclone è Catania più Attiva, l'associazione presieduta da Santo Musumeci. «La delibera con la quale si è istituita la zona a traffico limitato è nata troppo in fretta e senza tenere conto delle esigenze del territorio quali ad esempio la mancanza di parcheggi - è la posizione di Musumeci - piazza Federico di Svevia era un quartiere popolare che si era sviluppato con una sua specificità fatta di ristoratori, si andava lì per andare a mangiare nei ristoranti e ognuno si sceglieva il proprio di ristorante».
Nel mirino delle associazioni c'è il sindaco Enrico Trantino, troppo impegnato a disquisire di castronerie e probabilmente altrettanto impegnato a fare festa. «Un sindaco» che per Catania più Attiva «non ha fatto nulla di buono, resta un fantoccio nelle mani di altr* - attacca Musumeci - Non accettiamo assolutamente le dichiarazioni del sindaco Enrico Trantino che ha detto più volte che i ristoratori erano sacrificabili e non si può fare questa dichiarazione nei confronti di persone che lavorano lì da 35 anni». E per questo, rincara la dose, «Trantino si deve dimettere».
Anche perché non bisogna dimenticare mai che «c'è una persona che in piazza Risorgimento si è data fuoco, era un venditore di olive - sottolinea il presidente di Catania più Attiva - e non sappiamo la reazione che possono avere le attività di ristorazione che si trovano in piazza Federico di Svevia e che per adesso non hanno preso posizione, perché pensavano che questa pedonalizzazione non li avrebbe danneggiati».
«Il riferimento è al locale Gammazita e Lettera 82 che sicuramente cominciano ad accusare anche loro un calo del fatturato». Perché, negli eventi che hanno organizzato c'è stata una riduzione di presenze, e questo genera ulteriori danni. «Molti non si rendono conto che il pericolo che qualcuno, per protesta o disperazione, possa arrivare a compiere gesti estremi c'è», è il monito di Musumeci e dei ristoratori.