«Più acqua arriva alla roccia e più si scalfisce, il treno è partito, non fermiamolo»
«Non siamo cittadini di serie B, meritiamo di poter camminare e passeggiare come tutti gli altri». Filippo Tagnese, di Officina democratica, 35 anni ha una malattia incurabile che lo ha reso disabile e costretto su una carrozzina. Da anni si batte per una città più a misura di disabili e per far sì che il diritto all’abbattimento delle barriere architettoniche venga rispettato. È tra i promotori del sit-in di protesta che si terrà il 9 gennaio in via Etnea per contrastare gli effetti del provvedimento che limita il diritto alla circolazione dei disabili nelle Ztl. In particolare il regolamento che vieta il transito in assenza di un veicolo appositamente modificato senza preventiva autorizzazione da parte del Comune. Quando in realtà basterebbe il contrassegno.
Tra le battaglie portate avanti da Filippo c'è anche quella a favore dell'abbattimento delle barriere architettoniche. «Questo è un diritto che lo Stato Italiano già prevede - scrive Filippo dopo la prima manifestazione in via Etnea, quando il 13 dicembre "è cominciato un cammino" - in capo ad ogni singolo comune c’è l’obbligo di attuare il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, altrimenti detto Peba». Cioè gli strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini.
«Il comune fa finta di non aver recepito questa norma (istituita nel 1986 con la Legge n. 41), anche di fronte alle diverse sollecitazioni presentate in occasione dei consigli comunali». Per gli edifici pubblici già esistenti non ancora adeguati alle prescrizioni del dpr del 1978 infatti, dovranno essere adottati da parte delle Amministrazioni competenti piani di eliminazione delle barriere architettoniche entro un anno dalla entrata in vigore della presente legge, è il tenore della legge. «Data la continua riluttanza ad ascoltare il grido delle moltissime persone con ridotte capacità motorie, ieri sera (il 14 gennaio per chi legge, ndr) si è svolta una prima passeggiata proprio per far ascoltare la nostra voce e far capire che anche siamo presenti in questa città e abbiamo il diritto di viverla come ogni altra persona».
Così il 14 dicembre molti disabili si sono riuniti in piazza Duomo per cominciare a costruire qualcosa di diverso. A immaginare un futuro diverso, fatto di diritti e libertà. Di un sogno che si sta trasformando in realtà. Anche a seguito della delibera che ha ripristinato integralmente il servizio Asacom, gli assistenti per i bimbi disabili della scuola primaria e secondaria. «L’importante era iniziare a far fronte comune, cominciare a far vedere che non siamo più persone che possono ignorare e che ci devono ascoltare - dice Filippo - Per l’organizzazione e la realizzazione di questo primo evento non posso che ringraziare chi lo ha reso possibile, ricordando sempre che più acqua arriva alla roccia e più essa si scalfisce. Il treno è partito ieri, non fermiamolo».