Nella mattinata di oggi, 27 dicembre, alcuni attivisti del Comitato Catanesi Solidali con il Popolo Curdo hanno bloccato temporaneamente le attività del Christmas Town di Catania, srotolando uno striscione di 15 metri dalla ruota panoramica. Lo striscione riportava la scritta “Difendiamo il Rojava, fermiamo la Turchia”, facendo riferimento al tentativo in corso, da parte dell’esercito turco, di invadere i territori a Nord della Siria, abitati prevalentemente dal popolo curdo.
L’iniziativa ha destato subito la curiosità dei presenti al villaggio natalizio, dentro cui la ruota panoramica si trova, che sono stati informati e resi partecipi dagli attivisti presenti.
che hanno dichiarato: «Non vogliamo rovinare il clima di festa del Christmas Town, ma è importante che si sappia che mentre qui si gioisce per le festività natalizie, in altre aree del mondo la guerra incalza. Il popolo palestinese è costantemente sotto le bombe, ed adesso, approfittando della nuova situazione in Medio Oriente, la Turchia bombarda e minaccia di invadere i territori dell’Amministrazione autonoma e democratica della Siria del Nord-Est (Rojava), area abitata dai curdi, ma anche dagli arabi, dai drusi, dagli armeni e dai siriaco-assiri».
L’azione è diretta a suscitare l’attenzione della stampa e delle autorità governative. «Le nostre istituzioni sono fin troppo silenti sul tema, vogliamo prese di posizione chiare contro ogni guerra e violenza. Non possiamo giustificare nessun bombardamento, in nessuna parte del mondo. «continuano In Siria del Nord-Est è in corso da anni un processo democratico che potremmo definire rivoluzionario, basato sulla collaborazione tra le diverse etnie e religioni che abitano quelle aree, con istituzioni che sperimentano forme di democrazia diretta. Un progetto che sta dando centralità all’ecologia ed all’autonomia delle donne, ma che oggi rischia di essere messo a dura prova dai tentativi della Turchia di invadere quei territori. Questo esperimento e i popoli che abitano in quei territori vanno tutelati e la responsabilità deve essere assunta a livello internazionale”«
Nonostante un cessate il fuoco di quattro giorni, imposto dalle autorità internazionali, l’esercito turco continua ad ammassare forze al confine ed armare bande jihadiste tra cui ex dell’Isis. Prossimo obiettivo del governo turco sembra essere proprio Kobane, la città simbolo dell’eroica lotta all’Isis.
Tra le denunce espresse spicca sicuramente quella sul ruolo dell’Italia, sesto paese al mondo per esportazioni belliche, con Turchia e Israele tra i maggiori acquirenti.
Concludono gli attivisti: «A Catania, come successo a Roma, Torino, Venezia e come sta succedendo in tantissime città del mondo, raccogliamo l’appello a mobilitarci in solidarietà al Rojava e per la fine di tutte le guerre. L’Italia sia testimone di pace.».