E così Nino Mandalà ha scritto un libro e lo ha presentato nella sala comunale di Palermo con il silenzio delle istituzioni. La denuncia arriva da Ismaele La Vardera: «Nino Mandalà, boss di Villabate e padre di Ncola Mandalà che è in carcere condannato all'ergastolo, un boss che non si è mai pentito, che non ha mai collaborato con la giustizia a cui viene concesso di tornare nei luoghi delle istituzioni in pompa magna con tanto di autorizzazione da parte del comune e del sindaco di Palermo - attacca La Vardera - Mi auguro che Lagalla prenderà provvedimenti».
«Questo signore è un mafioso, il figlio altrettanto ed è anche assassino, attualmente all'ergastolo - chiosa Giovanni Paparcuri, autista del magistrato Rocco Chinnici gravemente ferito nell'attentato -, eppure il Comune gli ha messo a disposizione una sala per presentare il suo libro». ll figlio, a cui era delegato il controllo territoriale di Villabate, ha accompagnato Provenzano nella trasferta a Marsiglia per curarsi. Il padre, boss mafioso appartenuto alla vecchia mafia pare che agisse come sindaco occulto del Comune.
Chi è Nino Mandalà
Da Sicilia Brokers con Renato Schifani, Enrico La Loggia e Benny D'Agostino fino alla realizzazione di un residence universitario a Catania e la costruzione di un supermercato Auchan con multisala Warner Bross a Villabate. Attivista per la Democrazia cristiana a cui procura i voti dei capimafia. Nel 1994 fonda il primo club di Forza Italia e nello stesso periodo, parallelamente all'ingresso in Cosa nostra, in particolare dei mandamenti di Caccamo e Villabate riesce ad aggiudicarsi appalti pubblici.
Il 6 giugno 1998 è stato arrestato per associazione mafiosa insieme al deputato forzista Gaspare Giudice (che verrà invece assolto nel 2007) ma è scarcerato due anni dopo per decorrenza dei termini e porta di nuovo avanti i suoi progetti che si erano fermati con l'arresto. Il 25 gennaio 2005 viene di nuovo arrestato nel corso dell'operazione Grande Mandamento dove sono stati arrestati 82 fiancheggiatori dell'allora latitante Bernardo Provenzano. «È opportuno che il sindaco Lagalla metta fine a questa sequela di eventi che oltraggiano la memoria di chi ha combattuto la mafia - dice Sonia Alfano, figlia del giornalista uccio dalla mafia Beppe Alfano - e che ricordi agli uffici del suo comune che i mafiosi sono e restano tali anche dopo il carcere. Solo il pentimento e la collaborazione potrebbero aprire riflessioni diverse».
Il pentito Stefano Lo Verso ha riferito ai magistrati di rapporti tra Mandalà e l'ex ministro delle Politiche agricole del quarto governo Berlusconi, Saverio Romano e il pentito Francesco Campanella ha accusato Renato Schifani di aver favorito Mandalà per la modifica del piano regolatore di Villabate. Nel 2014 è stato condannato per i fatti del 1998 a sette anni e otto mesi di reclusione dalla Corte d'appello di Palermo, ma è libero per scadenza dei termini di custodia cautelare. Nel 2009 ha aperto il suo blog che gestisce con alcune interruzioni in cui si impegna per l'abolizione del 41 bis e dove ha difeso nel 2010 Silvio Berlusconi.