«Il governo è antidemocratico. Salvini e Amato andrebbero cacciati»
Dal razzismo all'omofobia passando per rifiuti, siccità, disabili e il lavoro svolto dall'amministrazione comunale in un anno. Un deficit nelle politiche di accoglienza dei migranti, l'allarme democratico e la sistematica violazione dei diritti umani. «Non c'è un principio che si instauri sull'equilibrio istituzionale e costituzionale del paese che sia rispettato». È l'orientamento del segretario di Sinistra italiana Pierpaolo Montalto nell'intervista rilasciata a questo giornale sui temi caldi del momento. A cominciare dai migranti. «Matteo Salvini, Gianfranco Amato e chiunque utilizzi un linguaggio omofobico e razzista va cacciato o si deve dimettere». Non utilizza mezzi termini il segretario provinciale di Sinistra italiana nel suo personale resoconto sull'andamento del governo di centrodestra. «Il governo nazionale utilizza le persone come elementi di propaganda - dice Montalto - in quello che è un deficit strutturale che è stato enorme e che inizia dalla Turco-Napolitano e ancor prima dalla Bossi-Fini, passa dagli accordi vergognosi con la Libia e arriva a questo attuale governo».
«Le persone vengono spedite in Albania, trattenuti in mezzo al mare, un comportamento che consiste nel fare la guerra feroce a chi salva vite in mare. «Dal punto di vista delle politiche migratorie c'è stato un accavallamento di poteri che va ben oltre ciò che ci aspettavamo perché tutto viene strumentalizzato - dice Montalto - non può Salvini attaccare un collegio giudicante solo perché si limita ad applicare la legge». Il riferimento è alla decisione dei diversi tribunali nel giudicare illegittimo il trattenimento di diversi migranti provenienti dall'Albania e dall'Egitto, definiti nazioni nopn sicure dal decreto Paesi sicuri varato dal gioverno Meloni. Una qualificazione alla quale conseguirebbe secondo la normativa, l'espulsione del migrante. «La frase di Salvini che dice che il paese è insicuro per colpa dei giudici comunisti che non applicano la legge è di una gravità sconcertante - continua ancora Montalto - che dimostra ancora una volta che il ministro non conosce la costituzione che comunque viola sistematicamente».
"Gli omosessuali come ebrei", "i giudici comunisti", "i disabili non considerati" e i migranti sballotati da un paese all'altro. È quanto sta accadendo a livello regionale, provinciale e nazionale con quasi la totalità del paese in mano al centrodestra.
«La cosa su cui dobbiamo tutte e tutti riflettere è che siamo stati abituati a governi di colore radicalmente diverso. Adesso chi ci governa è fuori da qualsiasi tradizione di costruzione della democrazia di questo apese. Lo è Salvini che nasce scissionista e si riscopre parafascista da vecchio e lo è a maggior ragione chi non ha mai nascosto le sue origini legate alla militanza fascista di questo paese e a chi contrastava la svolta di Gianfranco Fini e adesso è finito in questo governo. Riguardo al razzismo e all'omofobia del ministro Salvini e del consulente della Regione Gianfranco Amato, dico che dovrebbero cacciarli». Spedirli in Albania e lasciarli in mare in condizioni disumane, salvini si sente al di sopra della legge, quando si sacglia contro i migranti, contro i lavotratori e le lavoratrici, quando deve scagliarsi contro i detenuti che vivono nelle carcerei in condizioni disumane, non difendono il paese ma la loro ideologia».
Siccità. Gli invasi sono vuoti, nelle dighe c'è poca acqua, nel frattempo si continua a investire sui dissalatori...
«Rispetto ad alcuni principi basilari è inutile continuare a ululare al cielo che esiste il problema siccità in Sicilia, anche qua si sta puntando a costruire dei dissalatori quando in realtà abbiamo una dispersione enorme delle acque, le nostre dighe sono dei colabrodo, in qualche modo valorizzare le risorse d'acqua che abbiamo. Si potrebbe spendere meno e con risultati migliori, non si è riuscito a spendere i soldi del pnrr perché gli hanno invalidato tutti i progetti. Ci sono anche delle responsabilità. Investiamo nella messa in sicurezza e negli impianti che esistono. Sfrutiamo le risorse idriche che esistono in Sicilia migliorando e realizzando un sistema efficiente di dighe e indotti e di grandi bacini idrici, spendendo anche di meno, piuttosto che avventurarci nella realizzazione di nuove opere».
Passiamo a Catania. Come ritiene l'operato dell'amminsitrazione Trantino, quali i pro e i contro del Comune di Catania?
Abbiamo una città somemrsa dall'immondizia e nessuno che mette in discussione l'affidamento ai privati. Un sistema che ci sta condnnadno a una disastro ambientale da un lato e ad avere costi esorbitanti in bolletta dall'altro. Catania è terz'ultima per la qualità dei vita dei bambini, ultima nell'indagini di Legambiente per qualità ambientale, abbiamo problemi irrisolti drammatici, come per esempio la perdita del 63 per cento dell'acqua immessa nella rete idrica. La spazzatura a fronte del 35 per cento di raccolta, una cifra imbarazzante, in questo quadro ogni giorno noi apprendiamo di scelte incomprensibili, il taglio degli Asacom, è una scelta talmente grave se la si rapporta alle spese folli in consulenze nelle regalie spartite in finanziaria, nelle sagre finanziate per alimentare i bacini elettiorali.
Ed è grave se uno pensa alla pochezza delle amministrazioni di destra che hanno continuato a vivacchiare in una condizione che invece richiedeva dei cambi strutturali. Crollo sociale, economico e di vivibilità che sta vivendo Catania e tutta l'area mertopolitana. È ora che si prendano le proprie responsabilità, Eni sta decidendo di fare le valigie e scappar via. La condizione comincia a essere veramente gravi se pensiamo anche che il governo taglia risorse per la transizione ecologica, se guardiamo alla politica, bisogna avere l'uguaglianza sociale come orizzonte costante, da questo punto di vista questa città vive una condizione gravissima. Anche la speranza che la gente stia cominciando a comprendere».
E sui rifiuti?
«Sui rifiuti abbiamo condannato la nostra gente e i nostri territori a costi altissimi e a un regime clientelare attraverso il quale si costruisce il consenso elettorale. La politica deve fare le sue scelte e assumersi le proprie responsabilità, organizzata malissimo e intere fasce sosciali in condizioni di abbandono totali, senza un'amministrazione che capisca che le persone vanno in alcuni casi aiutate. La gente che non fa la raccolta differenziata deve essere aiutata a farla per prevenire le Condizioni di emergenza gravissima in cui già versiamo. Territori avvelenati che stanno traformando un paradiso ambientale in un inferno. La prima cosa che deve cambiare è la ricetta: sui rifiuti non deve guadagnare nessuno tranne che la comunità, deve essere un servizio rigorosamente pubblico».