Il Pezzo Etneo

Caso Colosimo, non solo amica di Ciavardini ma con lo zio “imbarazzante”. Svelata parentela con avvocato amico degli Arena: si deve dimettere
Gabriele patti,  04 Novembre 2024
«Vorremo che la commissione antimafia si occupasse delle mafie di oggi e non di Scarpinato e De Raho.», chiedono insime alle dimissioni le famiglie delle vittime delle stragi

«Nel paese che favorisce criminali e istituzioni colluse è normalissimo avere il presidente della commissione antimafia "amica" di terroristi stragisti con uno zio a disposizione dei clan mafiosi». Ironizzano così parti delle istituzioni in relazione al caso Colosimo, la presidente della commissione nazionale antimafia vicina a Luigi Ciavardini, condannato a trent'anni per la strage di Bologna. La presidente sta portando avanti una battaglia contro due magistrati, campioni dell'antimafia, li ha definti Conte, che hanno portato alla sbarra Casalesi e 'ndrangheta. Mentre il centrodestra parla di conflitti d'interesse per i due magistrati, al punto da chiedere le dimissioni dalla commissione, scoppia il caso attorno all'amicizia dell'ex consigliera regionale del Lazio.

Colosimo e lo zio imbarazzante "a disposizione" del clan Arena (da il Fatto Quotidiano)

Nel frattempo, se da una parte si discute della vicinanza dell'amicizia di Colosimo a Ciavardini, dal'altra il Fatto Quotidiano svela la parentela con lo zio Paolo, amico del clan Arena. "Classe 55, in politica dal 1973, si definisce uno dei fondatori del Fronte universitario alleanza nazionale. Avvocato di fama e amico di Maurizio Boccacci, il bracco destrro di Storace Niccolò Accame, l'immobiliarista bancarottiere Danilo Coppola e alcuni esponenti della cosca di 'ndrangheta Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.

Porto abusivo di armi nel 1979, nel 2007 arresti domiciliarti nell'inchiesta sul crac del gruppo Coppola, poi verrà assolto, Colosimo avrebbe intrattenuto un rapporto con Gennaro Mokbel, imprenditore della destra eversiva, svelato dall'inchiesta Fastweb-Telecom Sparkle sul maxiriciclaggio da due miiardi di euro Quell'indagine ha un filone elettorale dove a rendersi protagonista è Paolo Colosimo, l'avvocato per far eleggere nel 2008 Nicola Di Girolamo organizza e mette a disposizione del sodalizio la sua rete di amici e clienti della cosca. I "calabresi, quelli pesanti", li chiama Mokbel nelle intercettazioni, così Di Girolamo fa il pieno di voti ed entra in Senato.

«Per qualsiasi cosa sono a disposizione, ma veramente, tu devi pensare prima a me, ma veramente tu mi chiami, qualsiasi cosa e io sono a disposizione», dice Colosimo a Fabrizio Arena, figlio del boss Carmine ammazzato a colpi di bazooka nel 2004, nella conversazione avvenuta per i ringraziamenti a seguito del'ospitalità ricevuta nel villaggio Valtur in Calabria. Ma Arena è anche il genero di Franco Pugliese legatissimo ai vertici delle cosche e padre di Michele, uomo dei Nicoscia. Con il quale Colosimo stringe un'amicizia particolarmente stretta.

Con il fratello Cesare, padre della'ex consigliera e presidente della commissione antimafia, intarttiene una conversazione ad agosto del 2007 per commentare la scarcerazione di un membro della cosca Pino Arena. «È quello che stava dentro la macchina che è saltata in aria, ha perso l'udito - spiega Cesare al fratello Paolo, riferendosi al'attentato al boss Carmine - questo è il capo attualmente, localmente questo è il capo.» Passano gli anni e Colosimo, nel 2023, viene radiato dall'albo degli avvocati.".

"Dimissioni immediate per Chiara Colosimo"

«Il conflitto di interessi non riguarda forse più la presidente - si chiede il leader del Movimento cinque stelle Giuseppe Conte -, e la quasi affettuosa confidenza tra lei e Ciavardini ritratta in una foto?». Il terrorista condannato a dieci anni per aver ucciso il sostituto procuratore Mario Amato e a tredici anni per l'omicidio dell'appuntato Francesco Evangelista. «Ci rivolgreremo ai presidenti delle Camere affinché questo scempio non vada avanti», promette Conte. «Saremo presenti per chiedere al presidente della Repubblica le dimissioni immediate», è quanto emerge dagli attivisti delle associaizoni antimafia e dalle famiglie delle vittime delle stragi. «Vorremo che la commissione antimafia si occupasse delle mafie di oggi e non di Scarpinato e De Raho

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