«Un muro contro Sebastiano Ardita, La Russa faccia un passo indietro»
Martedì ci sarà anche la Cgil al sit-in di Catania contro l’ingerenza della seconda carica dello Stato nella nomina del nuovo Procuratore della Repubblica. «Di fronte ai continui attacchi del Governo Meloni alla magistratura non rimarremo a guardare. La politica non può mettere le mani sull’equilibrio democratico dei poteri». La sigla sindacale, annunciano il segretario generale regionale Alfio Mannino e quello provinciale Carmelo De Caudo, si unisce alla manifestazione organizzata dalle associaizoni Antimafia e legalità e Agende Rosse contro l'ingerenza politica che il presidente del Senato Ignazio La Russa avrebbe esercitato nei confronti del Csm per la nomina a procuratore capo della procura di Catania.
Come scriviamo in quest'articolo si è registrato uno stallo nella procedura di nomina perché ufficialmente, questo è quanto trapela da fonti giornalistiche, «l'impasse è dovuta al fatto che nessuno ha un curriculum migliore degli altri». In realtà dietro ci sarebbe l'interesse di La Russa a escludere Sebastiano Ardita dalla corsa a capo della procura.
«Il Governo nazionale è già intervenuto pesantemente in materia di procedura penale per quel che riguarda le intercettazioni con un duro colpo alla capacità di indagine - riporta il comunicato firmato Cgil -, ma anche con la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e con altri strumenti e obiettivi politici che ci preoccupano moltissimo e che confermano un clima di indebolimento, graduale ma inesorabile, dei diritti democratici di base sanciti dalla Costituzione, che vede nella separazione dei poteri un principio fondamentale di democrazia. Il quadro non è rassicurante né a livello centrale, né sui territori».
«La prova è quanto sta accadendo a Catania dove, sull’ipotesi della nomina a Procuratore di un magistrato di lungo corso come Sebastiano Ardita - conclude la nota del Csm - viene interposto un muro a favore di altre opzioni più gradite al potere politico. Saremo perciò al fianco dei cittadini e delle associazioni che manifesteranno al Palazzo di Giustizia. Ma quel che più ci preoccupa è che queste manovre, queste ingerenze, indeboliscano la lotta alla mafia e alla corruzione e che oggi si conferma più che mai fondamentale. Per questo chiediamo alla politica di fare un passo indietro».