Il Pezzo Etneo

Tigre reale, sgominata piazza di spaccio nel quartiere Jungo di Giarre Così il clan Laudani gestiva il traffico di droga tramite i Viscuso
Redazione,  23 Aprile 2024
Oltre venti arresti e quattro custodie cautelari in carcere. Destinataria dell'operazione condotta dai carabinieri con le unità cinofile è la famiglia Viscuso, articolazione del clan Cappello, che gestiva quella che gli inquirenti hanno definito una fortezza della droga

Due anni di indagini, dal 2019 al 2021, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia attraverso pedinamenti e intercettazioni hanno portato all'arresto di quattro persone per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, nonché per acquisto e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. È quanto attuato questa mattina dai dai carabinieri di Giarre che hanno dato aesecuzione a quattro misure cautelari nell'ambito dell'operazione Tigre Reale.

Ad altri 20, sebbene la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, non sono state emesse misure cautelari personali per assenza di esigenze cautelari. Questi ultimi sarebbero stati inseriti nel medesimo contesto associativo criminale e partecipi di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L'operazione ha consentito di mettere in atto arresti in flagranza di reato, controllo degli acquirenti, sequestri di droga e denaro. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip, le investigazioni avrebbero consentito di disarticolare un gruppo criminale dedito alla gestione di una redditizia piazza di spaccio nel quartiere Jungo di Giarre.

Al vertice dell’associazione criminale, vi sarebbero stati i pluripregiudicati Maurizio Viscuso e Stefano Mario Sciacca, quest’ultimo incaricato anche di essere il cassiere dei proventi illeciti, che avrebbero messo in piedi un vero e proprio supermarket della droga, fonte giorno e notte di approvvigionamento di cocaina e marijuana, protetto da misure di sicurezza volte a prevenire o eludere eventuali blitz delle forze dell'ordine, come l’installazione di telecamere e la fortificazione della piazza con cancelli, grate in ferro e porte blindate.

Nell'organizzazione del traffico di sostanze stupefacenti ci sarebbero stati anche i figli di Viscuso, Giuseppe e Salvatore, e la moglie Rosa Arcidiacono, la quale si sarebbe occupata di diffondere le direttive del marito agli altri appartenenti al gruppo. I due fratelli si sarebbero occupati, rispettivamente, dell'attività di spaccio e del recupero crediti relativo ad alcune consegne di stupefacente; il maggiore Salvatore, invece, avrebbe avuto una funzione di alter ego del padre Maurizio e si sarebbe occupato del confezionamento e dello spaccio delle singole dosi di cocaina, trattando in prima persona con gli acquirenti, con la prerogativa di poter applicare eventuali sconti.

Al fratello minore, Giuseppe, sarebbe spettato il ruolo di accompagnatore nelle trasferte per il carico dello stupefacente sia nel territorio giarrese che nel capoluogo catanese e la competenza a contrattare insieme a lui il prezzo del quantitativo di droga approvvigionato.

La fitta rete di vedette sarebbe stata invece gestita direttamente da Arcidiacono, la moglie di Viscuso che avrebbe fornito direttive ben specifiche su come effettuare l’attività di vigilanza e sulle precauzioni da adottare in caso di presenza delle forze dell’ordine. La donna si sarebbe occupata inoltre, in caso di momentanea assenza del marito e del figlio maggiore, di accogliere i corrieri e di ricevere la droga, provvedendo alla pesatura dello stupefacente e aiutando nel successivo conteggio dei guadagni.

Tutto con il benestare del clan Laudani di Piedimonte, in particolare del responsabile di Giarre Antonio Di Mauro, figlio di Paolo detto “u prufissuri”, con il quale Viscuso padre avrebbe avuto continui rapporti di frequentazione, arrivando a chiedere il suo intervento in occasione del suo ferimento dopo una lite per motivi estranei al mondo della droga. In un’altra occasione sarebbe stato lo stesso Di Mauro a chiedere a Viscuso di fare da tramite con un soggetto, noto spacciatore, per l’acquisto di una partita di sostanza stupefacente. Un episodio che per gli inquirenti dimostra il carattere verticistico dell’associazione.

I carabinieri hanno arrestato dieci pusher e hanno sequestrato oltre un chilogrammo di marijuana e 350 grammi di cocaina, la somma in contanti mille euro quale provento dell’attività di spaccio. Con particolare riferimento agli arresti, resi possibili dalla conoscenza delle dinamiche interne all’organizzazione fornita dalle intercettazioni, questi hanno interessato soggetti che facevano da corrieri per conto dei Viscuso. In un caso, uno degli arrestati deteneva in casa 55 grammi di marijuana,

Un altro uomo è stato arrestato in via Ungaretti e, sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di un involucro di 13 grammi di cocaina. In una terza occasione, un pusher accortosi di essere seguito dai Carabinieri, ha provato a liberarsi di due involucri, contenenti rispettivamente 55 e 56 grammi di cocaina, gettandoli a terra, ma è stato tempestivamente fermato dai Carabinieri e arrestato.

Con l’odierna esecuzione delle ordinanze del gip che ha disposto quattro misure di custodia cautelare in carcere, e con la successiva notifica della conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altri 16 indagati, è stato inferto l’ennesimo colpo a un gruppo criminale dedito alla gestione di una fiorente piazza di spaccio sita nel territorio di Giarre.

PERSONE DESTINATARIE DELLA MISURA - CUSTODIA IN CARCERE:

  1. VISCUSO Maurizio, nato a Giarre il 31/01/1968, organizzatore e promotore dell’associazione;
  2. SCIACCA Stefano Mario, nato a Giarre il 30/01/1998, organizzatore e promotore;
  3. VISCUSO Giuseppe, nato a Giarre il 01/03/1994, partecipe;
  4. VISCUSO Salvatore, nato a Giarre il 31/07/1989, partecipe.
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