Il Pezzo Etneo

I rifiuti e il caso Di Martino di Confindustria che ha pagato venti anni di pizzo
Il sindaco Trantino: «La colpa è dei cittadini e sulla mafia non mi esprimo»
Gabriele patti,  04 Dicembre 2023
L'intervista al primo cittadino tra non ricordo, il caos sui rifiuti che si vuole mascherare e il silenzio assordante sul caso Confindustria e del presidente provinciale: «Secondo me siete solo un po' infastiditi», risponde altezzoso

«Anche se le rimuoviamo, il giorno dopo si riformano, io non mi posso di certo occupare anche delle discariche abusive. Ma Gema ed Ecocar stanno facendo un ottimo lavoro sulla raccolta differenziata». Così parlò Enrico Trantino, il sindaco del domani e del nuovo ordine cittadino. Il sindaco che smuove le masse, ma a quanto pare non i rifiuti. «Io e l'amministrazione non ci possiamo occupare anche di indicare quali zone devono essere sanificate perché altrimenti ci muoio», è la posizione di Trantino intervistato dal Pezzo Etneo. E la colpa, come da quando è cominciata l'era Trantiniana, è dei cittadini.

La raccolta differenziata non funziona. La colpa è dei cittadini. Le macrodiscariche abusive? La colpa è dei cittadini. Gli ingombranti per strada quasi mai rimossi? La colpa è dei cittadini. «Perché sono refrattari alle regole», dice Trantino. C'è un appalto dei rifiuti fatto con i piedi, secondo alcuni all'interno dei sindacati dell'igiene urbana, fatto apposta per incentivare alcune pratiche. E c'è una determina dirigenziale che a luglio ha devoluto altri 65mila euro alle ditte che si occupano della gestione dei rifiuti nel Lotto Centro e nel Lotto Sud per la rimozione della macrodiscariche che nell'appalto settennale non è prevista. Ecco il metodo Catania, che c'era prima e c'è anche adesso. Ma Trantino continua a parlare di cambiamento.

La cifra non è l'unica somma extra ordinem che il Comune ha speso per risolvere l'emergenza rifiuti che è di là dal finire con cumuli di rifiuti sparsi per tutta la città. Perché, per Trantino, l'amministrazione «deve limitarsi a dire quali devono essere i servizi integrativi». Così, mentre l'amministrazione a parole «lavora 15 ore al giorno», nei fatti si limita a fare post. Ma solo quelli che convengono e che continuano a puntare il dito sui cittadini. Nel frattempo si continuano a elargire soldi pubblici a titolo straordinario. Ma di prendersi qualche responsabilità non se ne parla. Per un appalto già dal valore complessivo di circa 334 milioni di euro con una distribuzione trimestrale di circa 75mila euro ripartiti tra Gema, Ecocar e Supereco.

Perché, scrive Trantino in uno dei suoi tanti post esempio di una perfetta comunicazione politica, «da noi prevale la spinta egoistica, per colpa di una politica che raramente ha contrastato questa deriva». La stessa politica che governa da almeno dieci anni, se si considera che Pd e FdI a Catania sono la stessa cosa, governa la città. La stessa politica di cui faceva parte Trantino in qualità di assessore ai Lavori Pubblici. Eppure, per il primo cittadino, «basta esserne consapevoli e desiderare il cambiamento. Ed esso giungerà. Si chiama senso civico. Si chiama evoluzione. Si chiama futuro». Un sindaco che, praticamente, intende governare con la legge dell'attrazione. Ma le svelo il vero segreto sindaco: il cambiamento non c'è e per citare ancora una volta la sua comunicazione inquietante, «il destino è infausto», se continuate così.

Le discariche continuano a insistere su tutto il territorio, le ditte non sanificano e di sanzioni non se ne parla. La posizione di questa amministrazione, del resto, non è differente dalla precedente. Sono la stessa cosa, ma il sindaco pare essere venuto dallo spazio. Da una parte dice che Gema ed Ecocar, «l'altra non mi ricordo come si chiama, stanno lavorando benissimo» e dall'altra sostiene che «si stanno sanzionando le ditte dei rifiuti che non si attengono alla determina dirigenziale». Ma sul portale degli atti amministrativi del Comune non c'è traccia di alcuna sanzione. E le discariche rimangono in città.

«Se io pulisco e il giorno dopo si riformano - minimizza Trantino -, comprende che viene più difficile rimuoverle», afferma il sindaco contattato telefonicamente da questo giornale. Come a dire: inutile pulire a casa mia, se domani si riforma la polvere. E, in effetti, a guardare certi post dello staff del sindaco, qualche dubbio sulla pulizia viene. L'esempio lampante è la foto pubblicata da chi cura la comunicazione del sindaco del Domani, l'ex assessore ai Grandi Eventi Barbara Mirabella. Ovvero chi è stata destinataria degli arresti domiciliari - poi revocati - nell'inchiesta incardinata sul reato di presunta corruzione per aver accettato di pagare diecimila euro a Expo srl, la società di cui era socia Mirabella, «per servizi non necessari all'organizzazione dell'evento». Una società di cui Mirabella è il volto principale e che cura la comunicazione di fiere e mostre.

«E non mi lasci andare», recita il post pubblicato sul profilo di Mirabella. Forse indirizzato al compagno di avventure Enrico. A guardare la tastiera di chi cura la comunicazione del sindaco, pare che la pulizia non sia proprio uno dei suoi punti forti. E si sa le persone si circondano sempre di chi si assomiglia. La foto, prima pubblicata in questa versione, è poi stata ritagliata. Può succedere che una tastiera sia impolverata, per carità. Ma quando chi cura la comunicazione di un sindaco di una città in emergenza rifiuti da anni (e che non intende risolverla come andrebbe fatto), pubblica una foto del genere, forse c'è un problema di comunicazione e, appunto, di pulizia.

Al netto di un po' di facile ironia - nonostante dalle piccole cose, diceva Gozzano, si capisca molto anche delle grandi -, forse l'amministrazione dovrebbe comprendere che è stata votata per amministrare la città. «Questa è la più grande fandonia che sento dire», replica Trantino. «Secondo me - dice il sindaco -, siete un po' infastiditi dal fatto che questo sindaco non stia subendo il dissenso che c'è stato», sostiene altezzoso. Stessa identica posizione quando gli si chiede di esprimere un'opinione sul caso Di Martino, il presidente di Confindustria che pagava il pizzo da vent'anni. Si parla di uno degli stakeholder più importanti in città. «Io non devo intervenire sulle logiche di Confindustria, dobbiamo smetterla di pensare che io sia il riferimento morale della città».

Sindaco, nessuno le chiede di essere il riferimento morale della città, anche perché credo sia un'ipotesi inverosimile, le si chiede solo di esprimere una posizione sulle estorsioni e sulla mafia che rappresenta il vero cancro della città. Quella del potere, che spesso è complice: con vent'anni di pizzo nel caso del presidente di Confindustria così come risulta dal blitz Doppio Petto e con il silenzio, nel suo caso, qualora vorrà continuare a mantenerlo.

Per tornare ai rifiuti. Se il problema è la presenza delle discariche abusive, un'amministrazione che pensa al bene della città e vuole lavorare seriamente dovrebbe realizzare una mappa delle discariche abusive e ordinare alle ditte pagate per farlo di rimuoverle. E, nel caso di inadempimento, irrogare la sanzione. Che, peraltro, sarebbe un buon modo per contribuire a risanare le casse comunali.

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