Fiumi di acqua sprecata da anni. Acoset: «Sopralluogo in programma»
Rifiuti di ogni genere, alberi sradicati lasciati a marcire, tubature vecchie e nuove dislocate in diverse parti dell'appezzamento di terreno. Una pozza d'acqua di grandi dimensioni invade la pavimentazione, tanto da formare enormi distese di muschio. Sono le condizioni in cui si trova il deposito dell'acqua di Acoset spa di via Armando Rapisarda, a Mascalucia - la bretella che collega via Polveriera a via Roma, al confine con San Pietro Clarenza -, in cui ci siamo addentrati per ragioni di interesse pubblico.
È uno dei depositi acquiferi della partecipata dell'acqua che serve, tra gli altri, parte del Comune di Catania, di Gravina, il Comune di Mascalucia - dove è in programma il rifacimento della rete idrica di alcune vie del centro storico, affidato a Cogeim, l'azienda con sede a Belpasso incaricata da Acoset per un appalto dal valore di circa 140mila euro - e quello di Aci Sant'Antonio. Si tratta del bacino acquifero del quartiere periferico di San Giovanni Galermo, a pochi chilometri dal deposito delle acque. Sul soffitto della parte laterale della struttura, in corrispondenza della porta d'ingresso al locale macchine, c'è un foro da cui fuoriescono fiumi di acqua. Che, negli anni, hanno causato la pozzanghera d'acqua che quasi raggiunge il cancello di accesso al deposito. E, conseguentemente, la pubblica via.
Secondo quanto appreso dal Pezzo la perdita risale ad almeno cinque anni fa e da allora non è mai stata riparata del tutto. «Sono stati effettuati alcuni interventi di assestamento negli anni - commentano gli addetti ai lavori - ma mai risolutivi». Così, mentre quest'estate la città soffriva di blackout idrici ed elettrici, si scopre che le difficoltà non riguardano solo ed esclusivamente la rete di tubature, ma si registrano ingenti perdite anche alla fonte: cioè nei depositi da cui l'acqua dovrebbe partire. «Siamo a conoscenza del problema che risale a tanti anni fa - commenta il presidente di Acoset Giovanni Rapisarda, che da più un anno ha sostituito il predecessore Diego Di Gloria -, si tratta di un danno a una delle vasche di ripartizione delle acque, ma non sappiamo ancora a quanto ammonti il danno né quanto costi la riparazione».
Per quello che pare essere «un problema di infiltrazione nelle pareti dell'edificio», secondo la versione di Rapisarda, a cui però si è posto sempre rimedio solo con soluzioni tampone che nel lungo periodo si sono rivelate inutili. «Per questo - assicura Rapisarda - abbiamo in programma un sopralluogo per capire l'entità del danno».