Seimila roghi sull’Isola e l’Ars attende Schifani e la triplice intesa
Palazzo degli Elefanti oltre a non aggiornare il catasto degli incendi dal 2017, non approva il piano di emergenza comunale da sette anni. Ovvero il programma la cui redazione annuale risulta utile alla prevenzione e previsione dei roghi nelle aree in cui il tessuto urbano incontra quello rurale. Si tratta di uno studio del territorio impostato sul numero degli incendi dell'anno precedente, sulla qualità e quantità delle specie vegetali presenti sul territorio e uomini e mezzi a disposizione che tiene conto delle aree maggiormente esposte al rischio incendiario. Elementi, questi, su cui si dovrebbe instaurare la prevenzione.
La legge numero 100 del 2012 stabilisce che i piani comunali di emergenza debbano essere redatti entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge e periodicamente aggiornati. Di regola ogni anno. Al Comune di Catania, però, l'ultima approvazione risale al 2016, anche se sul sito istituzionale è rinvenibile copia del solo piano stilato nel 2012. Da allora, di nuovi piani di emergenza non c'è traccia. E nemmeno di prevenzione. Chissà se il commissario straordinario Giuseppe Petralia, nominato a gennaio dal presidente della Regione, intenderà mettere mano anche al piano di emergenza comunale.
Intanto, mercoledì a Palazzo dei Normanni si è riunita la conferenza dei capigruppo, presieduta dal deputato regionale del Movimento cinque stelle Nuccio Di Paola. «Abbiamo chiesto al presidente dell'Ars Gaetano Galvagno e al vicepresidente del governo regionale Luca Sammartino (referenti e maggiori interlocutori di Renato Schifani, ndr) - spiega Di Paola a questo giornale - di conoscere le intenzioni del presidente riguardo la volontà di riferire in aula circa cause e misure riguardo gli incendi che hanno devastato il territorio».
I precedenti, però, non farebbero ben sperare. Schifani, infatti, al di là della presentazione del documento programmatico e dell'approvazione della legge finanziaria non è assiduo frequentatore di Sala d'Ercole. «Su temi specifici non ricordo abbia mai riferito e per questo abbiamo chiesto una data precisa entro la prossima settimana», spiega il deputato regionale cinque stelle. L'invito pare sia stato accolto da entrambe le figure istituzionali. Tuttavia da Galvagno - esponente di Fratelli d'Italia - contattato da questo giornale per chiedere lumi riguardo la fissazione di una data, non abbiamo ricevuto risposta. Forse per via della disavventura che lo ha visto coinvolto in un incidente automobilistico a Milano, dal quale sembra essersi ripreso. Anche dal suo ufficio stampa, però, il silenzio è assordante.
Una risposta, invece - seppur timida e non esaustiva -, è arrivata dal leghista Sammartino: «I due presidenti, nella forma e nel rispetto delle prerogative parlamentari e di governo, concorderanno insieme la data in cui riferire», replica diplomaticamente il vice di Schifani. In soldoni: una data ancora non c'è. E non si sa se ci sarà. Si attende la triplice intesa dei presidenti. La posizione del governo regionale, come anticipato al Pezzo dall'assessore all'Ambiente Elena Pagana, pare propendere per la natura colposa degli oltre seimila incendi su tutto il territorio regionale, come elaborato dal corpo forestale.
Nel frattempo, mentre il valzer istituzionale per convincere il presidente a riferire in aula continua, la stagione degli incendi pare essere terminata. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati a Messina e ad Agrigento dove sono andati in fumo ettari di bosco, e in via Acquicella Porto a Catania, in cui a bruciare è stato l'edificio costruito da Francesco Finocchiaro, uno dei quattro cavalieri dell'apocalisse di Pippo Fava. La struttura sarebbe dovuta diventare il centro commerciale Etnikos, che però non ha mai aperto i battenti a seguito del fallimento della Finocchiaro Costruzioni risalente al 1996.