Giorno 24 luglio si è tenuta la conferenza stampa in prefettura per discutere dell'emergenza idrica ed elettrica a Catania. Al tavolo tecnico hanno partecipato il prefetto Maria Carmela Librizzi, il ministro della protezione civile Nello Musumeci, il capo della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio e quelle regionale Salvo Cocina, il sindaco Enrico Trantino e i responsabili di Sidra ed Enel. «Da diverse ore il prefetto è propensa ad analizzare le cause e i possibili rimedi di una situazione che davvero non proietta una buona immagine di una città metropolitana - ha detto Musumeci - Quando il sindaco mi ha telefonato, non ci ho pensato due volte per coordinarmi con la protezione civile al quale partecipa l'ingegnere Fabrizio Curcio e i suoi diretti collaboratori. Il mio compito è quello di ascoltare. Forse questa situazione sarebbe apparsa meno grave se fuori dal palazzo la temperatura non fosse arrivata a 45 gradi». L'elevata temperatura, dunque, mette in crisi le risorse energetiche della città.
Così Enel ha illustrato il piano di azione in cui ha annunciato l'invio di una task force. «Siamo davanti a un'emergenza che ha avuto un impatto pesante. Abbiamo via via aumentato la nostra task force, un organico di 120 persone dedicate alla provincia di Catania. Abbiamo a disposizione sei gruppi elettrogeni e ne stanno arrivando altri quattro che ci permettono di recuperare una serie di cabine. Abbiamo inizialmente curato le situazioni iniziali. Abbiamo fornito le Power station e riparato le possibili vie di alimentazione. Dobbiamo fare fronte a sedici guasti. Per gli acquedotti all'1 di questa notte avevamo fornito una Power station, ieri abbiamo finito la prima riparazione e al momento sono alimentati ma con una riduzione della potenza assorbita perché stiamo lavorando sulla seconda linea».
«Quelle più critiche sono a Paternò e una nel quartiere di Librino dove c'è stato un sovraccarico anomalo della rete che ci ha provocato una serie di guasti - ha detto Falciani - Ne abbiamo effettuata una e sono in corso altre riparazioni. Con l'aumento della temperatura aumentano i consumi elettrici, e ciò comporta che i cavi devono assorbire più calore, che l'asfalto non riesce ad assorbire e l'isolamento dei cavi viene meno e in alcuni punti di generano dei guasti. Al primo guasto riusciamo a risolvere, ma al secondo si crea un effetto domino. Vengono disalimentate aree circoscritte a macchia di leopardo. Noi scaviamo, tagliamo il cavo e poi facciamo il giunto. Un'operazione non immediata. Ci vuole qualche ora. Mi ha fatto una segnalazione il sindaco di Gravina che ringrazio».
«Non servono le polemiche, ma dobbiamo trovare una soluzione. Le comunità etnee - ha concluso Musumeci - sono qui per capire assieme come risolvere il problema nel più breve tempo possibile. Ci sono 800 lavoratori dell'Enel su tutto il territorio siciliano, dieci gruppi elettrogeni. Sono dieci i Comuni interessati dalla mancanza di luce e corrente elettrica. E alle domande dei giornalisti riguardo le tempistiche relative alla fine dell'emergenza, Musumeci risponde: «Fin tanto che la temperatura supera i 40 gradi non c'è niente da fare».