Il Pezzo Etneo

Dopo le dimissioni di Lombardo ci sarà la surroga per scorrimento
Spunta un altro consigliere parente di mafiosi, ma non è ineleggibile
Gabriele patti,  22 Luglio 2023
Gianluca Marino, eletto tra le file di Insieme per Mascalucia, è il cugino di Luca Marino. Il boss di San Giovanni Galermo condannato in appello a 12 anni nell'ambito del procedimento Chaos insieme al più chiacchierato Carmelo Rannesi, boss mafioso di Lineri

L'ineleggibilità di Valentina Lombardo, derivante dalla parentela (non dichiarata nell'informativa antimafia) con il boss mafioso Nunzio Zuccaro, ha sollevato un polverone a Mascalucia. Mentre si discute di cosa cambierà nella composizione del Consiglio comunale, il clima non è sereno. Così le voci riguardanti altri consiglieri ineleggibili o incompatibili si rincorrono. In quella guerra politica che probabilmente caratterizzerà i cinque anni a venire. A meno che la prefettura non decida di intervenire. In queste ore, infatti, spunta un altro nome tra gli eletti parenti di mafiosi. Si tratta di Gianluca Marino, consigliere tra le file dell'opposizione, eletto con la lista Insieme per Mascalucia, riferimento del consigliere comunale Ignazio Maugeri, figlio dell'ex sindaco e attualmente tra i banchi del senato cittadino Salvatore Maugeri.

Marino, eletto con 186 voti, è cugino di primo grado di Luca Marino, condannato per mafia con sentenza d'appello a dieci anni, quattro mesi e 800 euro di multa, nell'ambito del procedimento Chaos che, insieme a lui, ha condannato anche Carmelo Rannesi, boss di Lineri a 14 anni, un mese e dieci giorni in continuazione. Un nome molto chiacchierato, quello di Rannesi, a Mascalucia. Tuttavia, però, il consigliere comunale Marino non è ineleggibile perché per legge i cugini, essendo parenti di quarto grado, sfuggono all'obbligo di informativa. «Non lo vedo da più di vent'anni e non ho alcun tipo di rapporto, si figuri che il figlio di suo fratello ha fatto il compleanno pochi giorni fa e non mi hanno nemmeno invitato», replica il consigliere Marino. «Non ne sapevamo nulla», è il commento all'unisono di Maugeri padre e figlio.

Sebbene, dunque, come per Manlio Di Mauro - «una personalità specchiata», sostengono a palazzo comunale - non ci sia alcuna questione di illegittimità del ruolo, c'è sicuramente una questione di legalità e opportunità politica all'interno di un consiglio comunale che conta già, al netto degli obblighi normativi, tre consiglieri (due, dopo le dimissioni di Lombardo) parenti o coniugati con parenti di mafiosi. Circostanza che, però, non sembra preoccupare il sindaco Vincenzo Magra che a domanda risponde: «Sono fuori, lunedì ne parlerò con il segretario».

Al di là della questione politica, resta da capire cosa succede alla lista di Forza Italia dopo le dimissioni di Lombardo, eletta con 436 voti, seconda solo all'ex assessore ai Lavori pubblici Carmelo Marchese, che di voti ne ha presi 463. I due seggi conquistati dagli azzurri vengono fatti salvi e la sostituzione di Lombardo avverrà per scorrimento. Così, a prendere il suo posto e ad affiancare l'ex assessore Marchese in consiglio comunale (al di là di successive operazioni che potrebbero spingere per un Marchese bis in giunta), sarà Dario Vellini che ha ottenuto 186 preferenze. Questa è la normativa regionale vista in combinato disposto con il principio che stabilisce che la responsabilità (in questo caso amministrativa) è personale è che, conseguentemente - il partito o l'istituzione - non possa rispondere di fatti commessi da un consigliere comunale. A meno che la prefettura non decida di prendere provvedimenti.

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