C'era una volta Salvo Pogliese. Anche ai tempi di Savvuccio si facevano le ordinanze antibivacco. E anche ai suoi tempi si emanavano ordinanze contro gli esercizi di vicinato, ovvero quei locali perlopiù gestiti da persone che non votano, come i bangla shop. Ma ai suoi tempi, però, non erano fatte così bene come quelle recentemente emanate dall'amministrazione guidata dal suo successore alla poltrona di sindaco e avvocato di professione, Enrico Trantino. Talmente bene da generare l'errata convinzione che questa ordinanza sia davvero in favore della sicurezza e del decoro urbano e, soprattutto, dei residenti.
In quello che non è altro che un insieme di definizioni giuridiche messe lì per inquadrare innumerevoli fattispecie normative e dare l'impressione che ci sia davvero un cambio di rotta in favore dei residenti e della sicurezza. Solo che i residenti non se ne accorgeranno e la sicurezza non ci sarà. È il caso del provvedimento contingibile e urgente in materia di tutela della sicurezza urbana e decoro del territorio comunale e del provvedimento che dispone la chiusura degli esercizi di vendita di vicinato e somministrazione di bevande alcoliche da asporto in contenitori di vetro e lattine dalle 21 alle 7.
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Del resto, emanare due ordinanze la cui applicazione prevede l'impiego di personale della polizia municipale, che non c'è, è prassi a Catania. Così come è prassi scambiare capre per cavoli. Diciamo pure che nell'ordinanza contingibile e urgente con la quale si dovrebbe porre un freno alla malamovida, i comportamenti veramente sanzionabili come da provvedimento (con una multa che va dai 50 ai 300 euro) sono solo tre: detenere bombolette spray, consumare fuori dai locali e dormire per strada. Sono solo questi perché tutti gli altri comportamenti oggetto dell'ordinanza sono già previsti come fatti illeciti, e conseguentemente sanzionabili, da norme nazionali. Circostanza che, secondo l'ordinanza, esclude l'irrogazione della sanzione da parte del Comune di Catania. Diciamo pure che obbligare i bangladini a chiudere alle 21 non elimina i disagi dei residenti alle prese con la violazione delle norme a tutela del territorio da parte dei locali, alcuni gestiti da persone quantomeno discutibili. Che però votano e quindi non si toccano.
Così, riguardo le ordinanze, i residenti sostengono che sia solo un modo, nemmeno tanto opportuno, di avvicinarsi alle statuizioni della Corte di Cassazione in materia di malamovida. Le unità di strada, invece, propendono per una furbata in stile centrodestra. Evidentemente, però, il sindaco Trantino per «riqualificazione e pulizia della città» intende - come, prima di lui, l'ex assessore Andrea Barresi, che lo affiancava nella giunta Pogliese con la delega ai Rifiuti e artefice dello sgombero in piazza della Repubblica attuato con i mezzi della ditta dei rifiuti -, l'irrogazione di multe ai nullatenenti che non hanno un tetto sulla testa e la chiusura anticipata delle botteghe di qualche straniero.