Il Pezzo Etneo

Ammessa la lista di Vincenzo Drago sindaco, sostenuto dall’ex generale Pappalardo La diffida per il simbolo e l’accusa di appropriazione indebita per l’Atletico Catania
Giuliano spina,  05 Maggio 2023
Al di là del rinvio a giudizio notificato a marzo del 2022, per l'avvocato civilista non sono mancate le difficoltà derivanti dall'utilizzo di un simbolo di cui non aveva la titolarità. Per questo, dopo la diffida del segretario del Psdi Dino Madaudo, la scritta Partito socialista democratico italiano è stata sostituita con socialismo democratico. Una vicenda che, per certi versi, ricorda le stesse dinamiche avvenute nella vicenda della società sportiva, adesso al vaglio dei giudici penali e civili

Dall'Atletico Catania al Partito socialista democratico italiano (Psdi). È in breve, tra polemiche, processi e diffide, la storia di Vincenzo Drago, avvocato civilista e candidato sindaco al Comune di Catania, sostenuto da un rispolverato ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo. La prima esperienza, quella di presidente della storica società calcistica etnea, è finita con un rinvio a giudizio per calunnia e appropriazione indebita. Un processo cominciato nel 2020 e adesso giunto in dibattimento, in cui Drago risulta ancora imputato. Il Psdi, invece, è il simbolo che Drago ha scelto per la candidatura a sindaco di Catania. Anche in questo caso, però, non è mancata qualche complicazione. Perché l'avvocato non ha alcuna titolarità all'utilizzo di un logo che richiama il sole su sfondo arancione. Ovvero il simbolo storico del partito socialdemocratico italiano. Martedì, un giorno prima della chiusura delle liste, infatti arriva la diffida all'utilizzo proposta dall'attuale presidente Dino Madaudo, assistito dal legale Ivan Zuccarello.

A supporto della diffida si richiama la disposizione del Testo unico per la elezione della Camera dei deputati: «Non è ammessa la presentazione di contrassegni identici o confondibili con quelli presentati in precedenza - si legge nel terzo comma dell'articolo 14 - ovvero con quelli riproducenti simboli, elementi e diciture, o solo alcuni di essi, usati tradizionalmente da altri partiti». Proprio quanto si è verificato con Drago. Così l'avvocato è costretto a correre ai ripari al fotofinish con la sostituzione del simbolo con un bollino rosso. La lista è sempre Vince Drago, vince Catania, ma la sigla del partito fondato nel 1947 scompare. Al suo posto spunta la generica dicitura socialismo democratico. Sostituito il simbolo oggetto di diffida, una volta validato dalla commissione elettorale, Drago è di nuovo in lizza per la poltrona da sindaco. «Si parla di una segnalazione di un nostalgico che è stato ex onorevole del partito», replica Drago a questo giornale. «In ogni caso noi avevamo già raccolto le firme, perché non avendo il Psdi almeno un deputato regionale le abbiamo comunque dovute raccogliere - precisa Drago -, dopo la segnalazione ci siamo limitati solo a cambiare il simbolo».

A sinistra il simbolo utilizzato prima della diffida, a destra quello presentato dopo

Drago è stato rinviato a giudizio per appropriazione indebita

La questione fa tornare alla mente un'altra vicenda, stavolta finita nelle aule di giustizia penali e civili, dove per certi versi si sarebbero ripetute le stesse dinamiche. Al posto del simbolo di un partito, c'è la gestione di una società calcistica. Quella dell'Atletico Catania. Drago infatti è imputato per calunnia e appropriazione indebita ai danni dell'ex presidente Giancarlo Travagin - quest'ultima sarebbe stata perpetrata in concorso con Carmelo Massimiliano Torre, direttore di una filiale Credem - relativa agli anni in cui Drago occupa la poltrona da presidente della società sportiva. «Non sono imputato - smentisce categoricamente l'avvocato al Pezzo -, in questa vicenda in realtà il mio ruolo è stato marginale perché riguarda fatti antecedenti alla mia esperienza da rappresentante legale della società». In realtà, però, le cose stanno diversamente. Non solo c'è un processo penale ancora in corso e giunto alla fase dibattimentale in cui Drago, stando al rinvio a giudizio in possesso di questo giornale, è imputato «perché - scrive la giudice Ivana Cardillo - pur sapendolo innocente, dopo avere illegittimamente assunto la qualifica di Presidente dell'Usd Atletico Catania, denunciava falsamente Travagin di avere indebitamente trattenuto la documentazione e il denaro per conto della squadra». Circostanze, queste, che per la procura prima, e per i giudici poi, sarebbero in netto contrasto con quanto dichiarato da Drago in sede di interrogatorio e di dichiarazioni spontanee. Il candidato sindaco resta innocente fino a condanna definitiva, ma la sua eventuale conquista di un posto al consiglio comunale (escludendo che possa avere qualche chance per la poltrona da sindaco), sarebbero poi troncati dal regime di incandidabilità.

Il processo in sede civile e la richiesta di risarcimento danni

Il processo penale, di cui l'ultima udienza si è tenuta a dicembre 2022, si snoda anche in sede civile. Travagin, assistito dal legale Ivan Maravigna, chiede il risarcimento del danno, il giudice delega lo studio Concordia per la mediazione. Travagin, per far cessare gli effetti del danno lamentato, chiede 50mila euro divisi in tre rate: la prima da 20mila euro e le altre due da 15mila. Una proposta di conciliazione che, però, Drago non ha accettato.

La conferenza stampa

Circa 15 le persone presenti ieri alla conferenza stampa di presentazione della lista Vince Drago, vince Catania tenutasi all’hotel Il Principe di via Alessi, nel cuore del capoluogo etneo. Presenti per l’occasione, oltre al candidato, anche il generale Antonio Pappalardo, già sottosegretario di Stato alle Finanze e indicato come possibile vicesindaco, Mario Calì e Antonello Longo, attuali esponenti del Partito socialista democratico italiano. Si parla di moneta complementare, di reddito di cittadinanza che, per Pappalardo, «dovrebbe essere impostato in maniera diversa come reddito di base» e di cambiare la classe politica. I temi non si distanziano molto da quelli trattati nel 2020, al primo convegno dei gilet arancioni catanesi, quando Pappalardo agitava le masse con le teorie negazioniste del Covid e al suo fianco c'erano l'ex segretario provinciale Amedeo Schembri, agente immobiliare di professione che adesso fa correre la figlia Valeria per un posto in Consiglio con la lista autonomista Grande Catania, il presidente provinciale ed ex consigliere di amministrazione nella partecipata di luce e gas Asec, Peter Colletti e il pilota Maurizio Francesco Loritto. Quest'ultimo doveva essere il candidato sindaco della lista C21, ma alla chiusura dei termini per la presentazione delle liste, il suo nome non compare tra i pretendenti alla poltrona da primo cittadino.

Aggiornamento del 5 maggio 2023 alle ore 17.31
Il presidente del Psdi replica a Drago: «Nessuno di loro risulta iscritto al partito, Calì tra l'altro è stato espulso. Ribadiremo il concetto il 13 maggio quando terremo la conferenza stampa a Catania alla presenza del segretario nazionale di partito Umberto Costi».

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