Perde tre consiglieri e la maggioranza: «Vogliono le poltrone»
«Io andrò avanti, non mi faccio intimorire da atti che costituiscono un pretesto per ottenere una poltrona». Marco Rubino, sindaco di Sant'Agata Li Battiati, la questione sul passaggio di tre consiglieri comunali dal gruppo Rubino sindaco a Battiati insieme la chiuderebbe così. Il cambio di casacca dei consiglieri Vittorio Lo Sauro, Concetta Rosano e del presidente del Consiglio Mario Pulvirenti, pare non intimoriscano il primo cittadino. «Se c'è o meno la maggioranza si vedrà nell'approvazione del bilancio previsionale», sentenzia Rubino contattato da questo giornale.
Tuttavia non si può negare che il primo cittadino, riferimento sul territorio del vicepresidente del governo Schifani Luca Sammartino, sia sotto tiro. In una querelle che va avanti già da un mese. In particolare da quando il Consiglio comunale ha approvato - cinque anni dopo dalla disposizione che ne prevedeva l'istituzione - il regolamento sulle modalità di svolgimento e partecipazione della democrazia partecipata. Ovvero la legge regionale che prevede l'obbligo per i Comuni di spendere il 2 per cento dei fondi stanziati da Palazzo d'Orleans per iniziative a partecipazione pubblica. Regolamento presentato proprio dai tre consiglieri dissidenti e poi approvato all'unanimità dal consiglio. A non essere approvato, invece, è stato l'emendamento a firma del consigliere in quota Rubino Santo Militello. Una proposta modificativa che, al netto di burocratese e tesi interpretative, proponeva di allungare il termine di preavviso per la presentazione delle proposte da parte dei cittadini. Che, però, non è stato completamente compreso dal senato cittadino. Così come a non essere stata compresa è stata la spiegazione di Militello, invitato più volte dai consiglieri a spiegare il senso della modifica, ma senza riscuotere consensi.
Morale della favola: Rubino va sotto, sette consiglieri bocciano la proposta e l'emendamento non passa. «Non è stata approvata perché nessuno ha capito cosa volesse dire», sostiene Lo Sauro del gruppo Battiati insieme a questo giornale. «Militello ha dato una lezione di diritto molto seria e loro non l'hanno accettata per una questione di competizione - replica Rubino -, era un emendamento approvato dal dirigente comunale ed è assurdo che la risposta di alcuni consiglieri sia stata "noi non la comprendiamo"». Fatto sta che la maggioranza non è più in mano a Rubino. Il sindaco adesso può contare solo su cinque consiglieri, gli altri sette si dividono tra il gruppo dell'opposizione Battiati Oltre e quello di Lo Sauro, vicino all'ex governatore Raffaele Lombardo.
«Io sono stato votato da circa l'80 per cento della popolazione avente diritto al voto, siamo tra i Comuni europei con il tasso più alto di finanziamenti ricevuti, non abbiamo nessun debito e non abbiamo mai fatto ricorso ad anticipazioni di cassa - spiega Rubino -, la spaccatura si è concretizzata su un atto talmente banale e sterile che non ha validità, voglio vedere se non mi approvano le cose importanti». Il riferimento è al bilancio previsionale, nelle prossime settimane al vaglio del senato cittadino. «La verità è che vogliono una poltrona - dice Rubino -, e per carità se vogliono parlare con me, io sono disponibile, ma non accetto questi giochetti politici solo per ottenere un assessorato». Ma per Lo Sauro le cose stanno diversamente: «Il sindaco poteva evitare questa figura e ritirare l'emendamento, perché la maggioranza ce l'abbiamo noi. Se non l'avesse presentato non sarebbe andato sotto». Eppure, almeno per il momento, non sembrerebbe esserci aria di sfiducia. «A parte che non la possono proporre mozione perché non ci arrivano numericamente - conclude il sindaco -, e poi se capirò l'andazzo sarò io a dimettermi e a mandarli a casa».