Tra zone pedonali non accessibili e soste di cortesia limitate nel tempo
I diritti di chi ha una disabilità e la gestione dell'urbanistica. Il complicato bilanciamento delle due esigenze è da giorni al centro del dibattito tra chi ritiene che non sia una città a misura di disabili e le istituzioni che invece sono alle prese con le difficoltà derivanti dalla gestione della cosa pubblica. Così a Catania si discute della pedonalizzazione di via Etnea legata all'accesso ai disabili. Che per i cittadini sarebbe «limitato e discriminatorio nelle previsioni normative del Comune». A supporto delle contestazioni ci sarebbero la legge 67 del 2006 nella parte in cui prevede che si ha discriminazione indiretta quando «una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone» e l'articolo 188 del Codice della strada nella misura in cui stabilisce che «per la circolazione e la sosta dei veicoli al servizio delle persone invalide, gli enti proprietari della strada sono tenuti ad allestire e mantenere apposite strutture, nonché la segnaletica necessaria, per consentire e agevolarne la mobilità». Parallelamente, ad Aci Castello, si accendono i riflettori sul nuovo appalto della sosta nel cui capitolato prevede per i disabili il parcheggio gratuito sulle strisce blu fino e non oltre a 120 minuti. In quella previsione che per Tomarchio «è discriminatoria e va contro il codice della strada nella misura in cui, qualora non siano disponibili posti esclusivamente riservati ai disabili, questi ultimi hanno diritto al parcheggio gratuito e senza limiti di tempo anche nelle strisce blu». Parcheggio gratuito che, invece, viene riservato senza limiti di tempo esclusivamente alle auto elettriche.
Via Etnea e l'accesso ai disabili
A sollevare la questione con una protesta organizzata proprio nella via storica del centro cittadino è stato il consigliere della quinta municipalità Santo Musumeci. «Non è possibile che ci siano disabili privilegiati e altri che per accedere in via Etnea devono farsi autorizzare ogni volta», è la posizione del consigliere. È in sintesi il cortocircuito che si è venuto a creare a seguito dell'emanazione di due provvedimenti dirigenziali che, nel disciplinare la pedonalizzazione della via e le autorizzazioni di accesso per residenti e disabili, ha previsto da una parte una sorta di accesso libero - sebbene condizionato alla preventiva iscrizione in white list - per i soggetti che soffrono di una disabilità che li costringa all'utilizzo di un'auto modificata e un accesso da rinnovare al momento e fino alle 48 ore successive al transito per chi invece non ha in uso un'autovettura modificata. Per i primi basta una sola comunicazione per essere autorizzati e sottrarsi alla multa. I secondi, invece, sono costretti a effettuare comunicazione a ogni passaggio su via Etnea. Così tra chi dimentica di inserire i propri dati ed errori informatici nella piattaforma, qualcuno è stato sanzionato ben 23 volte. Secondo le istituzioni il discrimine tra disabili e normodotati sarebbe attenuato attraverso l'inserimento del disabile in white list, ovvero la lista delle categorie autorizzate al transito in una zona pedonale. Ma, a dire dei cittadini, si crea un'ulteriore discriminazione tutta all'interno della categoria e basata sulle varie patologie di cui può soffrire un disabile. «Non c'è nessuna discriminazione, è semplicemente una soluzione intermedia tra il rispetto dei diritti dei disabili e la garanzia della pedonalizzazione», replica al Pezzo il comandante della polizia municipale Stefano Sorbino. «Si tratta di una facilitazione procedurale immaginata esclusivamente per chi ha un veicolo modificato - spiega Sorbino -, gli altri possono comunque transitare ma tramite comunicazione e hanno 48 ore di tempo per accedere al portale e inserire il passaggio». E aggiunge: «Questa disposizione non mi sembra neghi il diritto dei disabili di accedere a un'area che è comunque pedonale».
Per Musumeci il punto è sempre lo stesso: «E chi non ha una macchina con il cambio modificato o per altri motivi è costretto a farsi accompagnare come fa, quante multe deve beccarsi», rincara la dose il consigliere. «La norma non dice che si può entrare in modo indiscriminato - sostiene Sorbino -, ma dice che puoi entrare solo se hai un motivo valido, che può essere ridotto a una semplice passeggiata, né possiamo registrare in white list tutti i veicoli con cui può venire accompagnato un disabile che non guida». La soluzione paventata da più parti sembra essere il rilascio di un badge da passare al varco della zona pedonale per consentire l'accesso a tutti coloro siano muniti di cartellino dei disabili ed eliminare così l'autorizzazione preventiva. Ma in una città come Catania, l'ipotesi non convince le istituzioni. «Il sistema del pass cartaceo è tramontato come a Catania, molto prima in altre città - spiega il comandante -, perché non è più la municipale che controlla l'accesso alle zone pedonali e a traffico limitato, ma ormai è tutto affidato alle telecamere e in ogni caso solo a Catania ci sono cinquemila disabili ai quali si aggiungono i residenti dei paesi limitrofi». Un numero non irrisorio che crea diverse difficoltà nell'esecuzione dei controlli. «Al contempo non abbiamo la possibilità di inserire un dispositivo tecnologico che possa scansionare il pass - continua -, sarebbe possibile per le Ztl ma non ne hanno bisogno perché stanno funzionando e non stanno ponendo problemi di sorta, ma nelle pedonali non c'è la possibilità di creare varchi con dispositivi di scansione soprattutto se si considera che non ci sarebbe nessuno a controllarne l'integrità: dovrebbero essere posizionati in alto per evitare i danni derivanti da possibili atti di vandalismo». Circostanze, queste, che pare non facciano propendere per un'eventuale modifica ai provvedimenti. E questo sebbene ci siano decine di multe comminate per errore. «L'errore può capitare, ma anche in questo caso stiamo facilitando i reclami attraverso a mezzo mail», conclude Sorbino. Nel frattempo si studiano soluzioni per cercare di coniugare la disciplina della sosta riservata ai disabili con i mezzi tecnologici per cercare di garantire la gratuità del parcheggio e al contempo la registrazione nell'app di servizio.
Ad Aci Castello la sosta per i disabili è gratuita solo per due ore, ai veicoli elettrici illimitata
Se Catania sta pensando di mettere mano alla disciplina della sosta dei disabili, ad Aci Castello manca poco invece affinché la disciplina studiata da palazzo comunale diventi effettiva. A breve, dopo due anni di assenza del servizio tra ricorsi e annullamenti della gara, verrà avviato il nuovo appalto del servizio di sosta a pagamento. Aggiudicato ad Acs - Automobile club service, con sede a Palermo, l'appalto prevede un canone mensile in favore del Comune di circa 15mila euro e a giorni, dopo il completamento del rifacimento degli stalli blu, verrà avviato il servizio. La disposizione che non piace ad alcuni cittadini, però, è quella che prevede la gratuità della sosta per i disabili negli stalli a pagamento solo per due ore. Allo scoccare del 121esimo minuto il diversamente abile dovrà pagare come chiunque altro. La questione è stata sollevata da Antonio Tomarchio, cittadino attivo e in passato candidato in Consiglio comunale anche a sostegno dell'attuale sindaco Carmelo Scandurra. «Io soffro di disabilità e vivo in un paese che ha ancora colonnine e pali in mezzo ai marciapiedi che non consentono il passaggio ai pedoni figuriamoci a chi è costretto in una carrozzina», è la posizione di Tomarchio. «Adesso il Comune ha previsto che i disabili, dopo due ore dalla sosta nelle strisce blu, paghino come tutti gli altri nonostante la legge stabilisca che nel caso in cui gli stalli per disabili siano tutti occupati hanno diritto al parcheggio gratuito anche nei parcheggi a pagamento». E l'aggravante per chi, come Tomarchio, ha organizzato anche un sit-in di protesta, è che il titolo gratuito e senza limiti di tempo è stato invece riservato alle auto a totale trazione elettrica. «Come se un disabile valesse meno dell'ambiente», incalza Tomarchio. «Polemiche inutili e strumentali», le definisce il sindaco Scandurra interpellato da questo giornale. «Il vecchio appalto (quello di tre anni fa, nda) prevedeva il pagamento del parcheggio dopo 90 minuti, noi abbiamo aggiunto ulteriori 30 minuti», è la replica del primo cittadino. «In ogni caso - conclude Scandurra - la legge stabilisce che solo se i posti per disabili sono occupati, la persona ha diritto al parcheggio gratuito per intero». Affermazione che se da una parte giustifica l'intervento normativo del Comune, per altri versi, però, lascia spazio a molteplici interrogativi. Primi tra tutti quelli relativi alla dimostrazione dell'occupazione di tutti gli stalli dei disabili.