«Utilizzate i treni». Aricò: «La soluzione c’è ma è riservata»
«La soluzione c'è, ma per il momento preferiamo mantenere il più stretto riserbo». Alessandro Aricò, assessore regionale ai Trasporti, assicura che il governo regionale guidato dal presidente Renato Schifani «nel giro di tre mesi» troverà la strada per cercare di porre un freno al caro voli. Ovvero l'aumento dei prezzi dei biglietti aerei in occasione di qualunque festività. Circostanza che già a Natale ha spinto il Codacons a proporre ricorso all'Antitrust. La questione è tornata da giorni al centro del dibattito regionale e nazionale proprio in occasione delle vacanze pasquali con il rientro a casa di tanti siciliani che decidono di trascorrere le vacanze con la famiglia. E con l'insediamento dell'osservatorio regionale sul trasporto aereo. Due i temi sul tavolo: l'insularità e la continuità territoriale. Rispettivamente il problema e la paventata soluzione. Che se da una parte prevedrebbe l'applicazione di tariffe più basse come avviene per i voli da e per la Sardegna, dall'altra parrebbe una soluzione non praticabile sulla scorta di motivazioni che però non convincono proprio tutti. L'obiettivo, quello di una riduzione dei prezzi e al netto delle soluzioni riservate, non è quindi semplice da raggiungere. Nonostante proteste ed esposti, infatti, per le feste pasquali non rimane che adeguarsi. Così chi, come i più abituati, non si sia organizzato per tempo acquistando i biglietti nel periodo in cui non risentivano del rialzo dei prezzi, oggi per tornare a Catania è costretto a spendere dai 150 fino a 600 euro per un volo andata e ritorno. Non si parla di prima classe e nemmeno di compagnie aeree business, ma low cost. In particolare Ryanair e Easyjet. È il risultato della ricerca effettuata da questo giornale e impostata sui prezzi delle tratte per Catania dalle tre città più gettonate per motivi lavorativi o di studio: Roma, Milano e Bologna.
Tratte e tariffe
Nel periodo compreso tra giovedì e domenica chi volesse tornare sull'Isola si trova costretto a spendere dai 150 fino ai 650 euro per un biglietto andata e ritorno. Così con la compagnia guidata da Michael O'Leary un volo andata e ritorno da Milano Malpensa a Fontanarossa costa 158 euro senza bagaglio. Una cifra destinata ad arrivare a più di 200 euro se si aggiungono i costi della franchigia. Solo quattro euro in meno se si parte dall'aeroporto di Roma Fiumicino, nonostante rispetto a Milano ci siano circa cinquecento chilometri in meno da sorvolare. Il prezzo schizza invece se si parte dall'aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, dove la tratta per Catania con la compagnia irlandese costa 227 euro. Tariffe decisamente più alte per Easyjet che, invece, da Milano a Catania vende un biglietto a 165 euro. Da Roma addirittura il prezzo proposto dalla compagnia britannica guidata da Johan Lundgren schizza a 655 euro per l'unica combinazione di voli disponibile: partenza da Roma Fiumicino, scalo a Ginevra, in Svizzera e atterraggio a Catania. In totale undici ore di viaggio al posto di un'ora. Il tutto a una cifra che raggiunge quasi la tariffa di un volo per i Caraibi.
L'esposto del Codacons
«In questi anni abbiamo sempre denunciato il caro voli, anche nei periodi di festa - sostiene a questo giornale il presidente nazionale di Codacons Francesco Tanai -, succede per gli aerei così come per il caro carburante, con l'esodo aumenta la domanda e aumentano i prezzi». Posizione condivisa anche da altre associaioni dei consumatori. «È una vergogna atavica», tuonano da Confedercontribuenti e Confconsumatori. «È un problema che va avanti da almeno dieci anni ed è andato sempre a peggiorare - commenta il presidente di Codacons Sicilia Giovanni Petrone -, infatti assistiamo a gruppi di studenti che si organizzano con i pullman per spendere di meno, si è parlato di continuità territoriale ma non abbiamo una classe politica in grado e che abbia la minima idea di come si porti avanti la continuità territoriale». È la posizione dell'associazione dei consumatori che, prima di tutti, ha presentato uno studio all'Antitrust tramite esposto sugli aumenti delle tariffe in alcune tratte e sui periodo oggetto dell'aumento vertiginoso dei prezzi. E che, come poi evidenziato successivamente anche da Schifani, riguarda quel presunto duopolio tra Ita e Ryanair. «Il 23 dicembre l'Antitrust ha aperto un fascicolo - spiega Petrone -, a fine febbraio le compagnie hanno proposto le controdeduzioni adesso aspettiamo la decisione dell'autorità». Eppure, secondo Petrone, «la Regione ha voluto intestarsi questa battaglia». Posizione condivisa anche da Tanai che, però, non si sbilancia. «Delle questioni regionali preferisco non parlarne per evitare polemiche - dice il presidente nazionale - in quello che fa o ha fatto la Regione non voglio entrare».
L'esposto della Regione
La questione è stata all'attenzione del gruppo parlamentare Ars del Movimento cinque stelle, in particolare della deputata Jose Marano che nei gironi scorsi ha proposto un'interrogazione per sapere se l'esposto annunciato dalla Regione fosse davvero esistente o si rivelasse una semplice boutade di tipo propagandistico-elettorale. In realtà, quello che per Marano era il legittimo esercizio di un diritto parlamentare, è stato interpretato come un'accusa dalla Regione che ha replicato: «Il governo regionale, il 22 dicembre 2022 ha inviato un esposto all'Autorità garante per la concorrenza e il mercato per verificare se la condotta posta in essere da Ita Airways e Ryanair violasse i principi della libera concorrenza del mercato - si legge in una nota stampa -, con la conseguente richiesta di irrogare sanzioni alle due compagnie qualora fossero riscontrate delle violazioni». Un mese dopo, secondo quanto comunicato da Palazzo d'Orleans sarebbe arrivata la risposta di Agcm in quella che per la Regione è l'avvio di un'interlocuzione. Intanto Schifani ha scritto alle compagnie aeree in questione chiedendo una rimodulazione al ribasso delle tariffe. Circostanza, questa, che ha suscitato l'ironia di Codacons. «Al di là del tenerissimo Schifani che chiede alle compagnie di abbassare i prezzi, una richiesta tenera per carità - attacca Petrone - ma i prezzi continuano a salire e se si vuole viaggiare in Italia sotto le feste si deve mettere mano a tutto lo stipendio».
L'osservatorio regionale sul trasporto aereo e le associazioni: Codacons prima a presentare esposto ma esclusa dall'organismo
Si è finalmente insediato, non senza polemiche, l'osservatorio regionale per il trasporto aereo voluto dal presidente Schifani per monitorare il traffico aereo da e per la Sicilia e contrastare l'aumento esorbitante delle tariffe, annunciato tramite una nota stampa il 27 febbraio. Due settimane dopo, e tre giorni dopo la richiesta di attivazione dell'organismo arrivata da Federconsumatori, pare qualcosa si muova. «La prossima settimana convocheremo un'altra seduta, non abbiamo potuto farlo prima perché all'interno dell'osservatorio ci sono anche i rappresentanti delle società di gestione dei servizi aeroportuali - precisa Aricò -, come Gesap (che gestisce l'aeroporto Falcone- Borsellino di Palermo, nda) in cui sono cambiati i vertici da poco». Una circostanza che ha comportato una modifica anche ai vertici dell'aeroporto di Pantelleria. Il tavolo riunisce, tra gli altri, i rappresentanti dei sei aeroporti siciliani, dell'Ente di aviazione civile (Enac), della facoltà di Statistica dell'Università di Palermo e di Confconsumatori. All'incontro in occasione dell'insediamento hanno partecipato Salvatore Ombra e Giovanni Amico, presidente e rappresentante di Airgest; Natale Chieppa, Francesco Randazzo e Giovanni Scalia, rispettivamente direttore generale, presidente e amministratore delegato di Gesap (adesso sostituiti con Giovanni Maniscalco, Salvatore Burrafato e Vito Riggio come amministratore); Giovanna Candura e Daniele Casale di Sac; Mariano Rodi, presidente aeroporto di Pantelleria; i docenti di Statistica dell’Università di Palermo Massimo Attanasio e Filippa Bono e Carmelo Calì, rappresentante di Confconsumatori. In collegamento da Roma, Sabrina Paris, direttore dell’ufficio statistiche di Enac. Non c'erano invece gli esponenti di Codacons, la prima associazione a presentare ricorso, ma non invitata a partecipare ai tavoli dell'organismo. A non voler partecipare, invece, è stata Confedercontribuenti. «È una vergogna, soprattutto se si pensa al giallo di Wizzair all'aeroporto di Catania - sottolinea il presidente Carmelo Finocchiaro -, la sua presenza doveva servire a calmierare i prezzi e invece da novembre ha perfino rimosso la tratta per Roma». Con la conseguenza di riallargare i margini di manovra per le altre compagnie. «Servirebbe andare a Roma e parlare con il ministero per risolvere la cosa nel giro di 24 ore e frenare il cartello tra Ita e Ryanair che ha l'effetto di emarginare la Sicilia». E sull'osservatorio Finocchiaro non le manda a dire: «Pensiamo che al di là degli osservatori serva un dialogo con il Governo nazionale, senza troppi intermediari».
La prima riunione raccontata dal rappresentante del Consiglio nazionale dei consumatori Carmelo Calì
«Non mi possono dire che i siciliani possono prendere i treni e i traghetti». A raccontare al Pezzo i risvolti della prima riunione di insediamento dell'organismo sulla valutazione del trasporto aereo in Sicilia è il presidente di Confconsumatori e componente dell'osservatorio espresso dal Consiglio nazionale dei consumatori e utenti (Cncu) Carmelo Calì. «L'esposto potrebbe avere come effetto l'irrogazione di una sanzione che può essere importante - dice Calì - soprattutto per la motivazione posta alla base della sanzione, ma non risolve il problema del caro voli». Che, invece, per Calì «deve essere affrontato a monte, prevenendo l'aumento dei prezzi e provando a ottenere la continuità territoriale». Ovvero la condizione riservata alla Regione Sardegna che, tramite apposito finanziamento statale, garantisce non solo prezzi bassi per i residenti ma anche per i non residenti. «Ai siciliani che come i sardi vivono la condizione di insularità- commenta il presidente di Confconsumatori - consentirebbe di ottenere degli sconti significativi». La proposta di Calì, però, pare che non possa prendere piede. «Perché il siciliano avrebbe altri mezzi per gli spostamenti - è la risposta che è stata fornita a Calì per scartare l'ipotesi proposta -, se questa è l'obiezione credo non sia superabile, ma non mi si può dire che noi siciliani per andare a Roma possiamo prendere il treno con tutti i disagi e i disservizi che conosciamo».
La versione dell'assessore ai Trasporti Alessandro Aricò
«Stiamo lavorando a una soluzione parallela all'esposto presentato all'antitrust che nel giro di due, tre mesi sarà operativa - sostiene l'assessore - ma per il momento non posso dire nulla». Per quella che «rappresenta una visione politica del presidente che punterà alla riduzione delle tariffe» e a scardinare quel presunto duopolio tra Ita e Ryanair che, sulla scia del Codacons, è stato tanto contestato dal presidente regionale.