«È in tubi e banchi dagli anni ’70». Anche alla Torre biologica, inaugurata nel 2016
Banchi, banconi, lavabi, pavimenti, vasche, tettoie e grondaie. E chi più ne ha, più ne metta. L'Università di Catania, ma è storia comune anche ad altre realtà accademiche, pullula di amianto. A dirlo a questo giornale è il direttore di Unict Giovanni La Via. «L'amianto in aule e plessi universitari è un problema comune a più realtà che persiste sin dai primi anni '70, quando sono stati realizzati i primi edifici di nuova costruzione», sostiene La Via. Anche se, per qualche struttura di realizzazione molto più recente, sussistono gli stessi problemi. Per questo l'ateneo ha avviato una gara per la rimozione del materiale pericoloso per la salute dai principali immobili dell'ateneo. Per farlo la Loveral srl, con sede legale a Patti, in provincia di Messina, avrà sei mesi di tempo a partire da marzo per rimuovere il materiale pericoloso da aule e plessi universitari dell'ateneo di Catania. O, almeno, questo è quanto affermano il direttore generale e il responsabile unico del procedimento Piergiorgio Ricci. «In realtà la legge ci consente di effettuare i lavori nel limite temporale di un anno - spiega Ricci -, ma noi vorremmo riuscirci in sei mesi». Nel recente passato, Loveral ha già operato in provincia di Catania. Ad Acireale, infatti, si era aggiudicata la gara per il rifacimento del pattinodromo; in quel caso tuttavia i lavori sono andati a rilento portando il Comune a decidere di revocare il contratto con la ditta messinese. Che, nel caso della gara all'Università, si è aggiudicata l'appalto dal valore originario di circa 728mila euro a cui si aggiungono 55mila euro per il successivo aumento delle tariffe regionali. Un investimento che in parte è finanziato dalla protezione civile regionale.
Il progetto e gli edifici oggetto di bonifica
Gli interventi di bonifica si concentreranno su diversi plessi dell'ateneo per la rimozione di amianto di tipo compatto e friabile. Il primo, più solido, è stato utilizzato per la realizzazione di tubazioni idriche, realizzazione di banchi e di vasche di raccolta dell'acqua, canne fumarie e tettoie. Il secondo invece per la pavimentazione. Tra i plessi c'è la Cittadella universitaria al civico 64 di via Santa Sofia. Negli edifici 1 e 2 della Torre Biologica - inaugurata in pompa magna nel 2016, quando già 24 anni prima con la legge 257 del 1992 l'Italia aveva messo al bando tutti i prodotti contenenti amianto - ci sono 60 banconi con lastra in cemento-amianto da rimuovere. Nell'edificio 10 da bonificare ci sono circa 35 metri quadri di onduline utilizzate come copertura di depositi esterni. In generale in tutti i laboratori anche i sottobanchi sono stati realizzati in amianto. Ma bisogna intervenire anche su 1040 metri quadri di pavimentazione, realizzata con amianto di tipo friabile, da bonificare e sostituire. L'intervento riguarda i piani terra, primo e terzo dell’edificio 3, il locale 35 al piano secondo e il locale 15 al piano terzo dell’edificio 2. A Palazzo delle Scienze, in Corso Italia, si devono eliminare nove pluviali sui prospetti esterni e una vasca di raccolta delle acque. Lo stesso lavoro andrà fatto a Palazzo Ingrassia, in via Biblioteca. In via Androne, polo di Biologia animale e Biometec, devono essere rimosse 23 vasche, tettoie, grondaie e quattro canne fumarie. Tutte realizzate in amianto. A questi si aggiunge un altro edificio che, però, non rientra nei lavori affidati a Loveral, perché in affidamento diretto ad altra ditta. Si tratta dell'intervento a Palazzo Ramondetta, dipartimento di Scienze geologiche. Si tratta di un intervento urgente che si aggira sui 15mila euro. «Questi ultimi lavori sono già partiti perché non si poteva più attendere - conclude La Via -, il cantiere affidato a Loveral partirà tra un mese da via Santa Sofia , in particolare dal plesso di Scienze del farmaco».
La gara
La Loveral srl è la ditta che nel 2019 si è aggiudicata i lavori di riqualificazione del pattinodromo di Acireale tra polemiche, complicazioni e lamentele delle società sportive per i continui stop e rallentamenti all'esecuzione del cantiere. Circostanze che due anni dopo hanno portato il Comune guidato dal sindaco Stefano Alì a rescindere il contratto per gravi negligenze. Passa un anno e Loveral cambia cantiere. Stavolta è quello dell'Università. All'aggiudicazione si è arrivati con un percorso più lungo del previsto: prima l'indagine di mercato per selezionare attraverso sorteggio dieci imprese (cinque titolari e altrettante riserve) delle 51 presentate, poi si apre il seggio di gara in cui però nessuna impresa presenta alcuna offerta. A gara deserta, Ricci ne prende atto e avvia una nuova procedura rivolta ai cinque operatori già sorteggiati come riserva e ad ulteriori cinque imprese da selezionare con nuovo sorteggio tra quelle che hanno manifestato interesse, per dieci inviti rivolti a Catrovinvi Costruzioni srl; Cericola srl; Ecoleuropa srl; Econevea srl; Ecorecuperi srl; Ecosistem srl; Serveco srl, Varnerin; Loveral srl; Viso Edil Ecologia srl. Stavolta le cose vanno diversamente e a presentare offerta sono in quattro. A spuntarla è, appunto, Loveral srl con un ribasso di circa il 23 per cento si aggiudica l'appalto per un importo complessivo di poco più 564mila euro.