Sfumato il bando di Cdp per riqualificare lo stabilimento
Se si prova a sporgersi dalle inferriate del complesso termale di Santa Venera e Santa Caterina si scorge solo desolazione. I tornelli d'ingresso sono stati divelti, ma il parco sembra mantenersi: l'area verde che precede le strutture è in perfette condizioni. Anche il parco giochi pare non aver subito danni particolari. Gli edifici e le pertinenze, però, sono completamente in rovina ed esposte ad atti di vandalismo, dal momento che accedere al complesso termale, nonostante sia chiuso, non risulta nemmeno così complicato. Così i muri sono ricoperti di scritte, le finestre degli edifici sono state distrutte e i bagni sono in pessime condizioni. La storica piscina, una delle poche all'aperto in città e regolamentare per disputare partite di pallanuoto con l'accesso direttamente dallo spogliatoio, è in malora. E con essa anche i macchinari. Tutto l'impianto elettrico è in stato di logoramento: centraline spaccate e cavi elettrici scoperti. Ciò che resta degli anni in cui le Terme erano il fiore all'occhiello di Acireale sono scaffali e scaffali di documenti ancora riposti in quelli che prima erano gli uffici di segreteria e ricezione. C'è anche qualche poltrona, un ombrello. Di tutto e di più.
Situazione analoga a quella di tante opere incompiute o compiute e poi abbandonate che, però, almeno in questo caso suscita l'indignazione dei cittadini e l'interesse nel proporre qualcosa che possa mantenere alta l'attenzione. È il caso di Alessio Patanè, imprenditore edile di Acireale, che sta mettendo a disposizione della città quello che lui stesso definisce «un passatempo»: la realizzazione e il montaggio di video con il supporto di un drone per denunciare lo stato di degrado delle Terme e di altri siti storico-culturali e naturalistici (video in copertina, nda). Il video è stato pubblicato anche sulla pagina Facebook Lungomare Liberato.
Basta guardare le indicazioni segnaletiche utili a raggiungere gli stabilimenti termali di Acireale per rendersi conto da quanto tempo non sia necessario sostituirle con quelle nuove. Sono passati undici anni dalla chiusura del plesso che in passato ha dato lustro alla città di Acireale ospitando turisti, pallanuotisti e cittadini. Da allora versa nel più totale stato di abbandono. Qualche timido segnale di apertura c'è stato in occasione della giornata nazionale del Fai a marzo 2022, quando i cancelli dei giardini si sono aperti per sole 24 ore. Un modo come un altro per riportare l'attenzione su un sito storico. Segnali di riapertura che, però, sono sfumati proprio in questi giorni a seguito del mancato finanziamento del progetto di riqualificazione (che conteneva previsioni sul flusso turistico e i possibili utilizzi anche delle terme di Sciacca) da parte di Cassa depositi e prestiti.
«Sebbene lo studio, redatto dal professore Rosario Faraci su input dell'ex presidente della Regione Nello Musumeci, sia arrivato tra i primi sessanta selezionati, le somme messe a disposizione dal bando si sono poi rivelate insufficienti», sostiene a questo giornale Francesco Petralia, commissario liquidatore che con Nino Oliva e Alessia Trombino ha il compito di gestire la liquidazione di Terme di Acireale spa. La società per azioni, di cui la Regione è socio unico, in stato di liquidazione dal 2017. Quest'ultima aveva un'esposizione debitoria di circa 17 milioni di euro. «In sei anni siamo riusciti ad appianare 12 milioni di debiti con i privati», dichiara Petralia. Un traguardo che è stato possibile raggiungere anche grazie alla vendita dell'Hotel Excelsior Palace Terme. A mancare ancora all'appello c'è il soddisfacimento del credito vantato dal Comune di Acireale che si aggira tra i 2,5 e i 4 milioni di euro.
Non ci sono stime precise perché l'ammontare complessivo è ancora oggetto di trattative: il Comune, per parola del sindaco Stefano Alì, dice di vantarne 4 milioni «ma gli uffici stanno ancora verificando», precisa Alì. Il collegio dei commissari liquidatori ritiene però che il debito sia di almeno la metà. Al di là della trattativa, in corso dal 2019, il debito dovrebbe essere colmato attraverso la cessione di un altro immobile, sempre di proprietà di Terme di Acireale spa: lo storico stabilimento della Pozzillo Acque minerali. Il cui valore è stato stimato in due milioni e 900mila euro. Qualora la trattativa si concludesse e la cessione andasse in porto, quali sarebbero i piani per l'ex stabilimento? «Non abbiamo ancora un piano preciso - sostiene Alì -, ma si pensa a un centro di formazione o alla creazione di altre infrastrutture come parcheggi e altro». Mentre le trattative proseguono, il futuro del complesso termale di Acireale (e anche di quello di Sciacca) dipende dalla ricerca di un nuovo investitore. Un compito che spetterà alla Regione. «La questione sarà sul tavolo del Governo Schifani dopo l'approvazione della legge Finanziaria», fa sapere lo staff comunicazione di Palazzo d'Orleans.