Il Pezzo Etneo

Il Consiglio dice no allo stralcio delle cartelle esattoriali ed evita il danno erariale
«A quanto ammonta il credito vantato? Nessuno può essere in grado di saperlo»
Redazione,  01 Febbraio 2023
[Foto di Citymap Sicilia] È la seconda volta che il senato cittadino scongiura il rischio di incorrere nell'obbligo di risarcire il danno per avere aggravato la situazione di dissesto, la prima è stata in occasione dell'aumento della Tari

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera (e l'immediata esecutività della stessa) che vieta lo stralcio delle cartelle esattoriali inferiori o pari a mille euro. Si tratta di crediti che il Comune di Catania vanta nei confronti dei cittadini inadempienti o morosi per cartelle esattoriali comprese tra il 2000 e il 2015. Stralcio che il senato cittadino si è trovato a valutare dopo l'inserimento nella legge finanziaria nazionale - avvenuto su invito dell'Istituto per la finanza e l'economia locale (Ifel) per ripristinare condizioni di parità di trattamento tra Ente e contribuente - della possibilità per gli enti comunali di decidere come gestire la definizione delle pendenze fiscali.

In sostanza la norma contenuta in Finanziaria allarga le maglie e aumenta i margini di manovra degli enti comunali. Per i contribuenti è una boccata d'ossigeno. Per gli enti in dissesto, come il Comune di Catania, lo stralcio sarebbe un guaio. L'ipotesi di una ridefinizione dei ruoli ha infatti allertato l'Organismo straordinario di liquidazione (Osl) che con una nota indirizzata al presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi ha avvertito che, in caso di mancata approvazione, si sarebbe incorsi in danno erariale. Così arriva la convocazione tempestiva del Consiglio in seduta straordinaria: la prima va a vuoto per mancanza del numero legale e, come da copione, anche la seconda. Alla terza seduta il Consiglio approva.

L'eliminazione o la ridefinizione dei rapporti pendenti (è questa la possibilità prevista dalla legge finanziaria), infatti, avrebbe fatto cessare (o ridotto, nel caso della ridefinizione) il diritto di credito vantato dal Comune nei confronti dei contribuenti morosi o inadempienti e quindi la legittimazione alla riscossione. Con la conseguenza che le speranze di appianare il dissesto si sarebbero ridotte al lumicino. Soprattutto se si considera che già in passato, sulla scorta di una precedente normativa, era già stato eseguito lo stralcio parziale delle cartelle con riferimento al periodo intercorrente tra il 2000 e il 2010. Con l'approvazione avvenuta ieri, almeno per il momento, il rischio di danno erariale sembra scongiurato. E con questo si arriva al secondo intervento provvidenziale. Il primo si è verificato in occasione della delibera che ha previsto l'aumento della Tari. Anche in quel caso la mancata approvazione avrebbe potuto generare la responsabilità dei consiglieri comunali e addossare loro l'onere di risarcire il danno.

Scongiurata l'ipotesi di reato rimane da capire a quanto ammontano i crediti vantati dal Comune nei confronti di chi le tasse non le paga o è moroso. Questo, però, pare non lo sappia nessuno. A dirlo a chiare lettere è Gaetano Oliva, dirigente del Comune di Catania, interpellato dai consiglieri in prima convocazione. «Non si può mai arrivare a capire l'ammontare complessivo dei ruoli», ha detto Oliva. Questo giornale ha provato a contattare Municipia, la società del Gruppo Engineering presieduta da Stefano De Capitani a cui il Comune ha affidato la riscossione, per capire se si ha contezza del credito vantato nei confronti dei contribuenti. Ma senza ottenere riscontri utili.

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