Rettifichiamo e ci scusiamo con i lettori
Ci prepariamo festeggiare il nostro decimo mese. Dopo nove mesi di gestazione - una gravidanza travagliata, a dire il vero - celebriamo il primo mese del bambino. Un figlio che si chiama Il Pezzo Etneo e che adesso però dovrà crescere. Se c'è una cosa che si dovrebbe insegnare a un figlio, forse tra le prime cose da impartirgli, è che quando si sbaglia si chiede scusa. E glielo si deve insegnare per diversi motivi: perché è giusto; perché è sano; perché sbagliamo tutti; e perché le persone che gli stanno intorno si fidino di lui. O, almeno, così dovrebbe essere.
E non è una cosa cattiva, di cui rammaricarsi. Piuttosto è una cosa di cui andare fieri. Perché rendersi conto di avere sbagliato e porre rimedio non solo è difficile, ma talvolta nemmeno piace. Nella maggior parte dei casi si finisce col darsi la zappa sui piedi. Quindi è molto complicato. Proprio per questo è anche fantastico. La prima cosa da affrontare è il giudizio personale e altrui. Quello che ti fa dire: «No, è meglio non dire niente, tanto non se ne accorge nessuno». Così facendo, però, pian piano si finisce per perdere o non coltivare quel senso di responsabilità che un figlio, e in questo caso un giornale, deve avere. Una responsabilità etica, una morale. Che è una delle cose che con questo giornale vogliamo prima imparare e poi insegnare.
Perché, se è vero come è vero, che questa città e questo Paese ha da tempo distolto lo sguardo dalla questione morale e dai suoi obiettivi, noi vogliamo quantomeno riaccendere i riflettori. Con tutti i rischi, connessi all'immagine e alla reputazione, che ne conseguono. Perché «a che serve vivere se non c'è il coraggio di lottare?», diceva Pippo Fava. E il rischio che spaventa in questa città non è tanto quello di morire per aver scritto un articolo di denuncia che scombina i piani di chissà quali criminali, perché non c'è più nessuno da ammazzare, ma è proprio il danno all'immagine e alla reputazione. Che, a Catania, provoca più dolore di un colpo di pistola. Quei diritti costituzionalmente garantiti, la protezione dei quali spesso fa fare cose terribili. Perché talvolta, per tacere un errore o per rimediare allo stesso, si finisce per perdere il punto focale e aggravare la situazione. Se non quella dei tanti che non lo sanno, inconsapevolmente e inconsciamente quella dei pochi che invece ne sono al corrente. O, perché no, dell'unica persona che lo sa. E questa non è nostra intenzione.
Così ci si ritrova a fare outing e ad autodenunciarci, sebbene non sia arrivata nemmeno una richiesta di rettifica. E lo facciamo per dovere di cronaca e deontologico. Ma anche perché crediamo che in una società sempre più orientata a fregare il prossimo, con un giornalismo pieno di fake news istituzionali e non, sia necessario assumersi le proprie responsabilità, anche se non richiesto. Soprattutto se si tratta di un errore di un giornale che ha appena dieci mesi di vita e che si appresta a introdurre ulteriori novità. La speranza è che, riconosciuto l'errore, i lettori possano riconoscersi nel modus operandi, o quantomeno apprezzarlo, e fidarsi di un giornale che quando sbaglia lo dice a chiare lettere, senza ricorrere a scorciatoie o a corsie preferenziali.
Ma non è tutto. Questa autorettifica non solo è quello che vorremmo facessero tutti i politici dediti alla pubblicazione - e a volte creazione - di bufale e alla divulgazione di castronerie nonché alla commissione di reati di cui non si scusano mai. Ma rappresenta anche un precedente a cui ci esponiamo consapevolmente. Perché ogni volta che sbaglieremo, lo scriveremo e chiederemo scusa ai lettori. Peraltro è un buon modo per continuare a crescere e migliorare.
L'articolo in cui abbiamo commesso un errore e per il quale ci scusiamo con i lettori è Caos incendi, l’aggiornamento del catasto del Comune di Catania è fermo al 2017 Legambiente e Vvf: «Roghi dolosi, Regione inerte». Replica: «Per noi sono colposi», pubblicato il 4 settembre 2023. In realtà il dato è inesatto. Il catasto degli incendi del Comune di Catania non è fermo al 2017, ma è aggiornato al 2018. L'ultimo aggiornamento è stato approvato il 10 settembre 2019 con riferimento alle aree percorse dal fuoco nel 2018. Il piano d'emergenza del Comune, invece, è fermo al 2016, come riportato in questo articolo.