«Vogliamo risposte chiare e risolute dall’ente metropolitano sulle ipotesi paventate e, per questo, rinnoviamo la fiducia nell’operato del commissario straordinario e nell’attenzione posta dal presidente della Regione che ci auguriamo di poter incontrare a breve nell’interesse di tutti i lavoratori della Pubbliservizi». Si è concluso con un esito negativo il primo incontro tra i curatori giudiziali di Pubbliservizi e i sindacati di categoria, tenutosi venerdì in videoconferenza nell’ambito della procedura per il licenziamento collettivo di 333 lavoratori per cessazione dell’attività al 31 marzo 2023. «Un risultato prevedibile», è la posizione di Ugl espressa in un comunicato stampa, «considerato che al tavolo di confronto la gestione commissariale della società partecipata ha soltanto avuto modo di ribadire la motivazione che ha portato a questa estrema decisione». Ovvero la mancanza fino a quel momento di una serie di garanzie certe con impegni ben definiti da parte di Città metropolitana di Catania.
Adesso, quindi, la vertenza dovrà necessariamente spostarsi in sede istituzionale, per l’esperimento del secondo tentativo con la mediazione del Centro per l’impiego, prima della chiusura dei termini fissata per il 6 marzo prossimo. «Abbiamo chiesto ai curatori di poter avere tutta la corrispondenza intercorsa in questi giorni tra Pubbliservizi e Città metropolitana – si legge in una nota del sindacato Ugl di Catania - Il paradosso dell’immobile che, nelle varie ipotesi sin qui proposte per il mantenimento dei livelli occupazionali (concordato preventivo prima e costituzione di un'azienda speciale ora), avrebbe dovuto essere conferito e che invece risulterebbe non essere in regola è l’emblema di una vicenda rocambolesca».
Il problema è il coinvolgimento diretto di oltre 300 famiglie e un indotto che, nonostante tutto, continua a significare economia, lavoro e servizi essenziali rivolti alla collettività, nell’intera area metropolitana catanese. «Per questo - continua la nota - abbiamo già inviato una richiesta al Centro per l’impiego affinché convochi tutte le parti il prima possibile, compresa la Città metropolitana nella speranza che dagli uffici di via Nuovaluce possa venire fuori qualche soluzione concreta capace di interrompere con un riscontro positivo il procedimento avviato dai curatori stessi».