Il Pezzo Etneo

Dalla Colombia alla Sicilia, le case di appuntamenti e la Cadena del sesso
A Caltagirone è stato sgominato il giro di prostituzione del Mi Amor
Redazione,  10 Aprile 2024
Dalla Colombia ai capoluoghi di provincia siciliani, due sudamericane sarebbero state a capo dell'associaizone a delinquere che sfruttava donne tra i 25 e i 40 anni, a capo della quale ci sarebbero state due donne di origine colombiana

Associazione a delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e il sequestro preventivo di due beni immobili siti nel centro di Caltagirone, adibiti a vere e proprie case di prostituzione. I carabinieri di Caltagirone hanno dato escuzione a un'ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale, nei confronti di nove persone: due in carcere, due agli arresti domiciliari e cinque destinatari dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, di cui tre anche destinatari di divieto di dimora nel Comune di Caltagirone.

L’indagine chiamata Mi Amor - l’appellativo con cui le vittime chiamavano i clienti -, condotta nel periodo compreso tra giugno e dicembre 2021 ha permesso di ricostruire i particolari di un’organizzazione criminale dedita al reclutamento di donne provenienti dal Sud-America – per lo più dalla Colombia – , di età compresa tra i 25 e i 40 anni, indotte al meretricio e che avrebbe compreso lo svolgimento dell’attività di prostituzione e il marketing sui siti on-line.

A capo dell’associazione ci sarebbero state due donne provenienti dalla Colombia, dedite anche loro al meretricio, che avrebbero fatto giungere le prostitute presso l’aeroporto di Catania, ove altri coindagati si sarebbero occupati di prelevarle e condurle presso le due abitazioni site nel centro abitato di Caltagirone, due vere e proprie case d’appuntamento messe a disposizione dai proprietari - ulteriori indagati e concorrenti nei reati allo stato contestati, perfettamente consapevoli della destinazione di detti locali - tant’è che oltre a tollerare il continuo andirivieni dei clienti, si sarebbero anche preoccupati di garantire la biancheria pulita ad ogni arrivo di nuova ragazza. Le vittime, secondo un rodato sistema di rotazione, sarebbero rimaste solamente una settimana, spostandosi poi, solitamente il lunedì, verso altri Comuni siciliani tra cui Messina, Trapani, Palermo e Agrigento, sia per garantire alla clientela un frequente turn-over, che per evitare le attenzioni delle forze dell’ordine.

Le organizzatrici degli appuntamenti avrebbero gestito tutte le attività collaterali, accompagnandole presso esercizi commerciali o agenzie di spedizioni, nonché effettuando loro ricariche telefoniche e pagamento di bollette, tutto dietro compenso. Oltre al pagamento di tali servizi, le donne avviate al meretricio sarebbero state costrette sia a cedere parte dei ricavi derivanti dall’“attività lavorativa”, che a versare giornalmente all’organizzazione una quota tra i 50 e i 100 euro e che sarebbe servita anche da canone per l’alloggiamento nei predetti appartamenti.

Le due straniere infatti, per le quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere, avrebbero trattenuto il denaro derivante dalla prostituzione delle vittime, in parte per sé, in parte per l’organizzazione, denominata da tutti gli indagati nonché dalle vittime Cadena (tradotto dallo spagnolo: catena) ottenendo dunque illeciti guadagni dallo sfruttamento dell’altrui meretricio. Le indagini, condotte in un lasso temporale di circa sette mesi, avrebbero consentito di accertare un grande flusso di clientela, a riprova dell’ampia conoscenza, nella città di Caltagirone, della presenza delle due case di appuntamenti. Gli inquirenti hanno poi verificato e rinvenuto diversi annunci on-line, pubblicati su svariati siti web di incontri, riguardanti le ragazze che giungevano a Caltagirone, il cui inserimento era curato dalle due colombiane a capo del gruppo criminale.

Sono pure stati sequestrati in via preventiva i due immobili ove si svolgeva l’illecita attività di meretricio ed è stata condotta in carcere una delle due donne indagate; due uomini di Caltagirone sono invece stati collocati agli arresti domiciliari, mentre sono stati sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria cinque soggetti, di cui due coniugi calatini e tre residenti in altri Comuni. Per questi ultimi è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Caltagirone. Ancora in corsola ricerca di una delle due indagate a capo dell'organizzazione criminale.

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