Il Pezzo Etneo

La rinascita di un giornale passa da quella personale, dall’amicizia e dall’amore Ritorna il mensile de I Siciliani diretto da Claudio Fava e Riccardo Orioles
Gabriele patti,  15 Maggio 2024
Un giornale nazionale come voleva Pippo Fava con i Siciliani, quelli veri. UN giornale di inchieste in tutti i campi della società: politica, attualitàà, sport, spettacolo, costume, arte, vuole essere appunto il documento critivo di una realtà meridionale che profondamente, nel bene e nel male, appartiene a tutti gli italiani. Un giornale che ogni mese sarà anche un libro da custodire. Libro della storia che noi viviamo. Scritto giorno per giorno.

Sono Gabriele Patti, direttore de Il Pezzo etneo, giornalista e dio del mare e del vento. Io e il mare scriviamo benissimo e abbiamo capacità investigative incredibili. Io e lui vogliamo continuare a fare il giornalista, avere successo, avere uno stipendio da tremila euro almeno, tanta salute e smettere di fumare, tanti amici oltre a quelli che abbiamo già, vogliamo stare con Luisa Santangelo per sempre e sconfiggere la mafia e il potere per sempre e senza troppe complicazioni. E ci dovremmo riuscire.

Con lei, Simone Olivelli, Dario De Luca e Claudia Campese lavoreremo insieme al Pezzo etneo, avremo una redazione e scriveremo tutti per i Siciliani, un giornale cartaceo mensile nazionale collegato al Pezzo e diretto da Claudio Fava e Riccardo Orioles. Insieme a loro sconfiggeremo la mafia per sempre e vivremo tutti felici e contenti.

Apparentemente invincibile, l'oppressione mostra le sue prime crepe; apparentemente slegate, molte coscienze si formano; e s'intravvede una luce. Non c'interessa qui di rispondere a chi ammonisce che la mafia non esiste, a chi minaccia impaurite vendette. C'interessa rispondere al nostro compito, che è quello di dare una voce udibile e fedele alla Sicilia onesta. Che è molto più forte, e profonda, di quanto non si creda: nessuno la potrà fermare, quando saprà di se stessa.

Ora bisogna andare avanti, in modo deciso e organizzato; abbiamo ben risposto all'emergenza; ma ora bisogna programmare. Non vogliamo piangere; vogliamo fare. Non chiederemo ai siciliani una generica solidarietà, ma l'adempimento di precisi e articolati compiti nel quadro della comune battaglia; e già fra breve cominceremo a indicarne i primi, e a contare - con fiducia - sulla forza di tutti. Sappiamo di poterlo fare.

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